Il Mondiale dei cinque continenti

Eugenio Sorrentino |

Quando la Fifa comunicò la scelta di assegnare al Qatar l’organizzazione del campionato del mondo 2022, con all’orizzonte il sovvertimento dei calendari nazionali, fu detto che era giusto il momento di considerare il calcio uno sport destinato ad affermarsi anche dove non godesse di grandi tradizioni. Detto fatto. Il dominio euroamericano ha iniziato a vacillare. In Qatar, nella fase a gironi, i risultati a sorpresa si sono inanellati costringendo a ripensare l’idea di che fossero frutto di episodi favorevoli. Per la prima volta, agli ottavi di finale troviamo così rappresentati tutti i cinque continenti: Europa, Nord e Sud America, Africa, Asia e Oceania. L’Africa piazza due selezioni, Marocco primo nel suo girone a scapito del Belgio eliminato e Senegal secondo alle spalle dell’Olanda. L’Australia si qualifica, come accadde nell’edizione 2006 quando fu eliminata da un calcio di rigore di Francesco Totti. Ma la Francia, vincitrice del girone, paga dazio alla Tunisia che se ne torna a casa con un successo di prestigio. Il Giappone surclassa la Spagna e manda in soffitta la Germania, decisamente a fine ciclo. L’Oriente festeggia la Corea del Sud, che beffa il Portogallo e si avvantaggia della maggiore prolificità rispetto all’Uruguay che saluta anzitempo il Qatar. L’Argentina conferma il pronostico solo dopo essere riemersa dal fondo in cui l’aveva cacciata l’Arabia Saudita. Il Brasile, a giochi fatti, si rilassa concedendo ai leoni del Camerun l’onore delle armi. Ed è mancato poco che a fare il colpaccio riuscisse pure l’Iran, perdente nello spareggio con gli USA che raggiungono gli ottavi ma vincono il premio FairPlay mostrando al mondo come essere avversari e non nemici. 

Il Giappone è una delle sorprese del mondiale in Qatar (Ph: Alberto Mariani)

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