Mondo

12° oro dal volley femminile

11 Agosto 2024

Federico Errante

Ragazze d’oro. L’Italia femminile del volley surclassa le statunitensi campionesse olimpiche in carica e si prende, per la prima volta, un titolo che più meritato non si può. Un solo set perso, all’esordio con la Repubblica Dominicana, poi una serie impressionante di 3-0 buttando fuori – una dopo l’altra – tutte le avversarie. Dalla Serbia ai quarti per vendicare l’eliminazione di Tokyo, al secondo 3-0 alla Turchia in semifinale dopo quello nei gironi fino all’apoteosi di questo 11 agosto che rimarrà indelebile nella memoria. Giorno, peraltro, del compleanno di Mister Secolo Lorenzo Bernardi, uno dei due magnifici assistenti (con Massimo Barbolini) del Maestro Julio Velasco: il coach prende in rosa quello che ha inseguito con la Generazione di Fenomeni. Qui però di fenomeni ce ne sono altrettanti, nessuno escluso. A partire da Paola Egonu, passando per la palleggiatrice Alessia Orro, dai posti quattro Myriam Sylla (quattro anni a Bergamo per spiccare il volo) e Caterina Bosetti (altra esclusione eccellente dell’ultima epoca Mazzanti) passando Anna Danesi e Sarah Fahr giganti al centro e per l’inarrivabile libero Monica De Gennaro. E un’altra chiave è arrivata dalla panchina. Perché nessuna delle contendenti avrebbe potuto schierare un doppio cambio come quello azzurro formato da Carlotta Cambi (altra ex rossoblù) e da una Kate Antropova a sua volta micidiale. Per non parlare di una Gaia Giovannini che si è calata nella parte dopo essere stata chiamata in causa per rimpiazzare la sfortunatissima Alice Degradi. Ci porteremo dentro le lacrime di Egonu e Bosetti, di una De Gennaro portata in trionfo dalle compagne e l’esplosione di Velasco. Quanto alla partita, più che una finale si è trasformata in un dominio pressoché assoluto che ha messo in vetrina un concentrato di tecnica, classe, forza fisica e mentale. Preludio il 6-1 iniziale quando la difesa si è mostrata immediatamente un fondamentale-chiave, come Egonu che timbra il primo doppiaggio (12-6; 11 punti nello stratosferico primo parziale). Poi i muri di Danesi e ancora di Paola fino alla fase break (uno-due Antropova-Egonu) capace di mandare fuorigiri prima Plummer e poi gli Usa nessuna esclusa. Sotto gli occhi di Mireya Luis (leggenda cubana capace di lasciare il segno anche nella Foppa), Francesca Piccinini e Sofia Goggia, una a fianco all’altra, ci pensa la capitana Anna Danesi con un muro a uno (13-9) a stappare il secondo periodo, a conservare il margine ci pensano Sylla, Egonu e due volte Bosetti. L’uragano azzurro non si placa e inizia ad intravedere il gradino più alto quando Orro impallina due volte di fila dai nove metri (12-6), Antropova e Sylla la imitano (20-14; 22-15) mandando in orbita l’intero movimento. Medaglia numero 40 per la spedizione, come tre anni fa a Tokyo e con due ori in più. “Sarà perché ti amo” è la prima canzone che si sente in Arena. Del resto, come si fa a non amare questo gruppo? Oggi, domani e per sempre. 

Italia – Stati Uniti 3-0 (25-18; 25-20; 25-17)

Italia: Lubian n.e., Cambi, De Gennaro (L), Orro 3, Bosetti 9, Danesi 6, Sylla 10, Egonu 22, Fahr 7, Omoruyi n.e., Antropova 6, Giovannini. All. Velasco.
Stati Uniti: Poulter 2, Skinner 7, Wong-Orantes (L), Carlini, Larson 5, Drews 6, Thompson 8, Washington 4, Rettke n.e., Plummer 2, Robinson-Cook, Ogbogu 4. All. Kiraly.

Un attacco di Paola Egonu, che ha totalizzato 22 punti nella finale olimpica (credit: FIPAV)