Quando i più piccoli leggeranno le avventure di Paperino, scopriranno che la sua mitica automobilina porta il numero 313 e ricorderanno che quello è il numero delle partite giocate da Rafael Toloi con la maglia dell’Atalanta. Una carriera intera in nerazzurro, fatta di passione, fatica (come cita il motto della Dea “la maglia sudata sempre”) e fedeltà assoluta, che si chiude domenica 25 maggio con un lungo applauso. Non sul campo, purtroppo, per via di un infortunio al polpaccio che ne ha anticipato l’uscita di scena, ma in piedi, attorno a uno stadio che lo considera da tempo un figlio.
Toloi ha attraversato un decennio di storia atalantina. Arrivato nell’agosto del 2015 dal San Paolo, quando sulla panchina sedeva ancora Edy Reja, ha vissuto da protagonista tutta l’era Gasperini, diventando il simbolo di una crescita straordinaria. Capitano silenzioso, leader riconosciuto nello spogliatoio e fuori, difensore completo: bravo nell’anticipo, abile nell’impostazione. Nei suoi 313 gettoni in nerazzurro – tra campionato, coppe italiane ed europee – Toloi ha segnato 13 gol, sollevato l’Europa League 2024, guidato l’Atalanta a traguardi storici come le qualificazioni in Champions League e, nel frattempo, si è anche ritagliato uno spazio nella Nazionale italiana, con cui ha vinto l’Europeo nel 2021. Un percorso che ha unito merito sportivo e valore umano, qualità che a Bergamo non passano inosservate.
Non è un semplice addio, ma un saluto da uomo che ha messo radici. Toloi, brasiliano con origini italiane, ha abbracciato la città e la sua gente con una naturalezza rara. Durante i momenti più drammatici della pandemia, le sue parole per Bergamo hanno commosso tutti. Ha difeso la maglia come si difende la propria casa, con una dedizione che va oltre il professionismo. Domenica sera, al Gewiss Stadium, al triplice fischio, spazio per il suo ultimo giro di campo. Sarà una passerella piena di ricordi, di gratitudine e, sicuramente, di commozione. Perché 313 non sono solo partite: sono giornate vissute con orgoglio, battaglie condivise, traguardi raggiunti, cadute e risalite. Sono pagine di una storia scritta a caratteri indelebili. Buona fortuna, Capitano. E grazie.
Rafael Toloi con la fascia da capitano in un match di Champions League (Ph: A. Mariani)