La rivelazione di questo inizio di stagione dell’Atalanta è senza dubbio Matteo Ruggeri, 21 anni compiuti a luglio, un altro gioiello a km zero sfornato dall’inesauribile Cantera di Zingonia. In queste prime otto partite il ragazzo della Val Brembana ha giocato otto volte da titolare sulla fascia sinistra, sfornando tre assist e prestazioni quasi sempre oscillanti intorno al 7 in pagella, collezionando complessivamente 670 minuti di utilizzo sui 720 totali.
In pratica il numero 22 nerazzurro è rimasto in campo oltre il 90% del tempo di gioco in campionato, lasciando i canonici dieci minuti finali a Bakker o Zortea. Con novanta minuti pieni in Europa League contro il Rakow, con un’altra maglia da titolare annunciata giovedì a Lisbona: Ruggeri si era già affacciato da 18enne sulla vetrina internazionale esordendo nel 2020 nella serata disastrosa dello 0-5 casalingo contro il Liverpool, ma quelli erano spiccioli per un debuttante. Stavolta il corazziere di Zogno gioca titolare sul palcoscenico continentale e sta acquisendo esperienza a livello europeo per il salto di qualità definitivo. Anche in ottica azzurra.
Domenica contro la Juventus c’era in tribuna il ct Luciano Spalletti, venuto al Gewiss per osservare ovviamente Giorgio Scalvini e il gruppetto di juventini (Locatelli, Fagioli, Kean, Miretti e Gatti) ma anche e soprattutto per vedere all’opera Ruggeri. Il quale attende la sua prima chiamata in nazionale, forse già per questo prossimo giro, forse per quello successivo.
Il 21enne Matteo Ruggeri, in azione nel match con la Juventus sotto gli occhi di Gasperini (Ph: A. Mariani)