Dovrebbero prendere tutti esempio, dall’Atalanta. La scelta di andare in Polonia a giocare con il Rakow senza una sfilza di titolari è stata certamente favorita dalla qualificazione già ottenuta e dalla necessità di preservare alcuni titolari e farne riposare altri ma è strategicamente sacrosanto quello che abbiamo visto andare in scena all’ArcelorMittal Park. Indipendentemente dal risultato finale. Ed è incredibile che calciofili e appassionati, a prescindere dalla fede calcistica o dal fatto che il gioco del pallone lo seguono di mestiere, siano arrivati a storcere il naso per quello che la società e il tecnico nerazzurro hanno fatto.
Nessuna emergenza costrittiva, nessun retropensiero di mercato, nessun segnale da mandare a chicchessia: Gasperini ha sfruttato contro il Rakow un’occasione più unica che rara che la Dea si è costruita nelle 5 partite precedenti. Mandare in campo 5 esordienti assoluti nelle coppe europee e vincere in quel modo è un merito, non un rischio calcolato che si è trasformato in un successo. E la strada è ancora più apprezzabile perché parte dalla scorsa estate, ovvero dalla scelta di coltivare in casa il professionismo dei ragazzi che escono dal settore giovanile grazie alla Under 23.
Chi non considera l’Atalanta un modello da imitare non vuole bene al calcio. In giro per l’Europa i 2004, 2005 e 2006 giocano molto prima e con più continuità anche nelle grandi squadre, prestazioni e gol in tenera età sono qualcosa che viene visto come la capacità e la voglia di costruirsi in casa pezzi da novanta per la squadra (o il mercato) del domani ed è qualcosa che paga sempre. Altrimenti, non ci fossero queste realtà che comprendono anche l’Atalanta, tutti andrebbero a comprare giocatori altrove magari indebitandosi e perdendo completamente la propria identità. Con Gasperini in panchina sono 31 i ragazzi che dal settore giovanile hanno esordito in una gara ufficiale con la Dea: bravo il tecnico a crederci, bravissima tutta l’Atalanta (società e struttura del settore giovanile) a continuare ad alimentare una storia che ha fatto la fortuna dei nerazzurri nel corso del tempo.
Capacità di crescere e lanciare giovani, conti a posto e strutture di primo livello. Con gli ultimi anni che hanno visto la Dea continuamente protagonista in Italia e in Europa: invece di preoccuparsi del fatto che l’Atalanta vada a giocare una gara europea con tanti giocatori giovani o poco impiegati salvo poi ricredersi di fronte al risultato, i criticoni seriali dovrebbero preoccuparsi dell’esempio, della strategia, del percorso che all’ombra di Città Alta si porta avanti. Perché merita solo applausi.
Mandare in campo 5 esordienti assoluti nelle coppe europee e vincere in quel modo è stato il grande merito di Gian Piero Gasperini (credits: atalanta.it)