Con i due di sabato contro l’Udinese, lo score stagionale di Charles De Ketelaere si aggiorna a 7 assist e 7 gol in 25 partite. Ovvero 14 reti con il suo zampino diretto sulle 54 segnate dalla Dea nelle 29 gare ufficiali finora giocate. I numeri sono eloquenti e accompagnano prestazioni che, anche nelle situazioni in cui il belga non è protagonista diretto, lasciano comunque la sensazione di un ragazzo che ben si combina con ogni compagno ed è ormai diventato un punto di riferimento per i compagni.
Arrivato in estate dal Milan in prestito oneroso con diritto di riscatto, De Ketelaere ad oggi si può già definire un capolavoro sia di strategia societaria che di guida tecnica. Classe 2001, un ragazzo che aveva così ben fatto con il Bruges all’inizio della carriera e in età ancora verdissima non poteva essere diventato improvvisamente un brocco. L’Atalanta ha creduto in qualcosa che al Milan, in appena una stagione, sembrava essersi completamente perso e lo ha fatto ottenendo prima di tutto una formula da applausi: lo prendo, lo provo un anno spendendo 3 milioni e indipendentemente da come vadano le cose mi riservo il diritto di acquistarlo per altri 23 milioni (più 4 di bonus). Quotidianamente, a Zingonia, il lavoro del tecnico ha finora permesso di spazzare via quello strato antipatico di “polvere” che ha ricoperto “Carletto” (così lo chiamano parecchi tifosi sui social) nei 10 mesi passati a Milano e il ragazzo si è fatto vedere sia in mezzo all’attacco (da centravanti puro) che a supporto dell’azione offensiva muovendosi più sull’esterno.
Una combinazione vincente, un risultato che a metà della stagione ha già convinto tutti della bontà di un’operazione che anche in prospettiva è da applausi perché dopo il riscatto, per un ragazzo così giovane, lascia comunque alla Dea la possibilità di guardare eventuali richieste di mercato con gli occhi di chi avrà piena libertà di puntarci per tanti anni o, come successo con Hojlund, rispondere a offerte fuori da ogni logica sapendo di avere la forza, la competenza e le capacità per scovare altri talenti di questo livello.
Discorsi strategici e di futuro a parte, l’Atalanta oggi si gode le prestazioni di un ragazzo che, ascoltando i tifosi, sta scalando posizioni nella classifica di gradimento a tal punto che qualcuno inizia a fare confronti con “quei due”. Si, avete capito bene: Papu Gomez e Josip Ilicic sono sempre un punto di riferimento nel cuore degli appassionati e Charles De Ketelaere, per quello che sta facendo, scomoda già paragoni importanti.
Sette gol e altrettanti assist per l’attaccante belga, classe 2001, rivitalizzato da Gasperini (Ph: A. Mariani)