Questa partita non s’ha da fare. Sentiremo parafrasare sempre più spesso la prosa manzoniana. L’annuncio del presidente del Coni, Giovanni Malagò, sulla rinuncia della Federbasket a scendere in campo contro la Russia nella gara di qualificazione al Mondiale 2023 in programma il 1° luglio nel nostro Paese, è una presa di posizione netta. Non si può fare finta di niente. Lo hanno capito bene anche Islanda e Olanda, che sono presenti nello stesso girone e rifiutano di affrontare i cestisti russi. Duole, ma è necessario. Si spera in estate la guerra sia finita da un pezzo, ma resteranno i lutti e le ferite. Spesso è lo sport a dare segnali forti in caso di situazioni che confliggono con lo spirito di convivenza e di civiltà umana. Non sappiamo cosa accadrà nel prossimo futuro, ma è chiaro che dovremo aspettarci ulteriori prese di posizione da parte delle federazioni sportive, tanto da aiutare a capire quale disastro umanitario sta maturando. Speriamo che prima o poi anche il buon senso e la ragionevolezza vadano a canestro. E a vincere sia la pace.
Il campo di basket con il logo della fase di qualificazione al Mondiale di basket 2023 (credits: FIP)