Mezz’ora tonda in conferenza stampa per ripassare, insieme a Gianluca Scamacca, grande assente per squalifica, il significato della finale di Coppa Italia che rappresenta uno dei traguardi di una stagione da considerarsi già straordinaria. Gian Piero Gasperini fa capire che l’Atalanta è pronta a riscrivere la storia, anche se fino a questo punto l’ha già fatto con un percorso inimmaginabile a inizio stagione.
“Ho sempre pensato che la Coppa Italia fosse l’unico trofeo alla portata dell’Atalanta e che Europa e Champions League fossero traguardi inarrivabili per questa squadra. Invece ci siamo arrivati. Questi ragazzi sono stati semplicemente straordinari, hanno fatto un percorso incredibile in questa stagione, anche se adesso manca l’ultimo miglio. Adesso abbiamo tutta l’intenzione e la voglia di riuscire a conquistare questi trofei”.
I momenti cruciali della stagione? “La vittoria di Liverpool è stata la svolta della stagione in Europa League, ci ha dato la consapevolezza di poter arrivare fino in fondo. Per la Coppa Italia, invece, è stata la partita di San Siro con il Milan” – risponde Gasperini.
Guardiola da Manchester ha detto che l’Atalanta può battere chiunque. Quale valore ha un riconoscimento del genere e quela spinta può dare per la finale di Coppa Italia?
“Guardiola è un amico. Lo ringrazio ma è indubbio che le partite che abbiamo le partite giocate e vinte in campo internazionale, ma anche in campionato, hanno dato autostima alla squadra. In finale incontriamo una squadra di assoluto valore come la Juventus. Aver giocato tanto ci ha tolto magari alcune cose, ma ci ha aiutato tanto e ci ha dato cose anche molto positive. Il merito va a questi giocatori che hanno mantenuto una forza morale incredibile, non solo la capacità fisica e tecnica”.
Scamacca, alla sua prima stagione a Bergamo, confessa di essere stato, insieme agli altri compagni, consapevole del grosso potenziale della squadra. “Partita dopo partita, anche crescendo di condizione e continuità, siamo riusciti ad esprimere il meglio. Mi spiace tantissimo non poter giocare, sarebbe stata la prima finale della mia carriera. Sono qui per stare vicino ai miei compagni e di questo sono molto contento. Il gruppo è la prima cosa e domani li inciterò forte dalla tribuna”.
L’Atalanta ha giocato cinque finali nella sua storia, ora due in una settimana, la seconda in Europa. Quanto è incredibile? “Per me è motivo di grande orgoglio – risponde Gasperini – Sono passati solamente cinque anni dalla finale persa con la Lazio e di quella squadra sono rimasti pochi giocatori. L’Atalanta ha espresso sempre una squadra con una forte motivazione, un forte spirito e anche una forte identità. Questo attuale è un gruppo che ha bruciato le tappe. È cambiato parecchio, soprattutto in attacco, ma ha trovato motivazioni forte ed è riuscito a posizionarsi in una fascia che permette di giocare spesso questo tipo di partite”.
“Se questa è l’Atalanta più forte che ha allenato? Forse, ma si vedrà più avanti. Sicuramente è un’Atalanta giovane, che può diventare ancora più forte nei prossimi anni. Ha bruciato le tappe perché non è facile rinnovarsi e rimanere competitivi. Essere favoriti o meno, secondo me ha sempre contato poco. Se guardiamo i risultati delle ultime settimane, l’Atalanta ha conseguito ottimi risultati, mentre la Juventus ha fatto un’ottimo girone di andata. La Juventus rimane una squadra forte, su questo non ci sono dubbi”.
Negli occhi di tutti è rimasta la partita con la Roma. Quanto sarà diversa dal punto di vista tecnico e tattico la finale con la Juventus? “Ogni partita è diversa. È chiaro che l’assenza di Gianluca (Scamacca) ci costringerà a trovare nuove soluzioni. Sono dispiaciuto per lui che è stato privato di una finale, in cui bisogna portare i giocatori migliori e non toglierli. Questo ci costringerà a trovare una soluzione diversa e con la Juventus sarà un altro tipo di partita. . Penso che le diffide vadano azzerate almeno nelle semifinali. Spero che la squadra sappia affrontare la Juventus con lo stesso spirito di quando abbiamo affrontato il Marsiglia e la Roma.
Spalletti ha detto che rinunciare a Scamacca è difficile. Affermazione che fa piacere all’attaccante. “Sono uno stimolo in più per fare bene. Il mio obiettivo è sempre stato fare bene con l’Atalanta e riuscire a scrivere la storia quest’anno”.
Allo stadio Olimpico arrivanio in quasi 23mila da Bergamo. “È evidente che Bergamo sta vivendo un momento di fibrillazione dal punto di vista sportiva. Sarà una settimana decisiva. Questo momento è fantastico. Questo atteggiamento e questa partecipazione con la squadra è un qualcosa che rimarrà sempre legato alla storia dell’Atalanta” – dice Gasperini.
Non passa inosservato che Scamacca, da quando si è seduto, guardi la Coppa Italia. “La guardo perché è bella e spero di guardarla più da vicino domani. A Bergamo sto proprio bene e non mi sono mai trovato così bene a 360 gradi in una squadra dove ho giocato. (Più avanti dirà di avere avuto bisogno di tempo e continuità e che l’esclusione dalla Nazionale probabilmente lo ha motivato). La squadra in campo senza di me? Vedo bene i miei compagni, carichi e motivati. Sono sicuro che daranno il massimo per portare a casa il trofeo”.
A chi chiede quando si è accorto che la squadra stava subendo un’accelerazione, Gasperini osserva che “paradossalmente, quando si gioca tanto, il rischio è rappresentato dagli infortuni. Giocare tanto ci ha permesso di bruciare le tappe, di fare esperienza. Forse ci siamo allenati meno, però abbiamo trovato soluzioni che ci hanno permesso di crescere. Non immaginavo che la squadra potesse raggiungere questi traguardi. Spesso capita che anche nelle squadre forti non si riesca ad essere competitivi come lo siamo stati noi quest’anno. Siamo migliorati come squadra”.
In campionato è finita sempre con un pareggio la sfida della Juventus. Si aspetta ancora questo equilibrio in campo? “Le finali e le partite da dentro o fuori che ci sono nelle coppe sono diverse dal campionato. Ci sono meno margini, anche psicologici. Bisogna stare attenti agli episodi e avere grande concentrazione, cercare la rifinitura e il tiro giusto. Quello che fa la differenza è l’energia che si mette in campo”.
Il salto di qualità dell’Atalanta è indubbiamente legato a lei – si sente dire l’allenatore e poi chiedere quanto è replicabile il modello Gasperini? “Non è facile ma sicuramente replicabile. Abbiamo dato fiducia e speranza a tutte quelle società che non sono di primissima fascia e non hanno introiti come alcune squadre”.
Una vittoria o meno possono cambiare qualcosa per lei e per la sua posizione nella storia del calcio? “Non so se il parametro è se vinci sei bravo oppure no. Tutti abbiamo dei limiti e saperli superare vuol dire essere vincenti – risponde Gasperini – Sono accolto con grande stima ovunque ho allenato e questo è molto importante. Il vero segreto è vincere le proprie battaglie”.
È davvero questa l’Atalanta più forte, mentalmente parlando? “L’Atalanta di Freuler, Gosens, Ilicic, Gomez, Zapata, aveva una capacità realizzativa e spettacolare, è stata capace di segnare 98 gol in una stagione. Questa è una squadra che potenzialmente, proprio perché si è rinnovata quest’anno, può diventare la più forte con altre caratteristiche. Pretendo sempre molto e avrei voluto renderla anche più forte, se possibile. Oggi l’Atalanta è una squadra giovane sulla quale costruire”.
Gian Piero Gasperini e Gianluca Scamacca nella conferenza stampa della vigilia di Atalanta-Juventus, finale di Coppa Italia