Senza la “mala suerte” uno con il suo talento avrebbe guidato la difesa della nazionale agli Europei. Invece la carriera di Mattia Caldara a 30 anni sta per ricominciare dalla serie B, dal Modena che lo ha messo sotto contratto per la prossima stagione. Il trentenne difensore di Scanzorosciate, una carriera da 127 presenze in Serie A, 4 in Champions League e 9 in Europea League, oltre a 47 gare in Serie B, per quattro stagioni all’Atalanta con 93 presenze e 10 gol, riparte dal campionato cadetto. Svincolatosi dal Milan a parametro zero Caldara arriva da una stagione da dimenticare in rossonero, per un infortunio alla caviglia che lo ha tenuto fermo fino al febbraio e poi per la scelta di Pioli di non coinvolgerlo, essendo ormai anche in scadenza contrattuale, tranne per il simbolico e tardivo esordio in maglia rossonera all’ultima di campionato, quasi in un paradosso. Tutto vero in realtà: Caldara arrivato al Milan nell’estate 2018, a 24 anni, in una maxioperazione da 35 milioni insieme a Higuain, per riportare Bonucci alla Signora, ha esordito in campionato solo nella partita del suo congedo dal Diavolo. Bergamasco di Scanzorosciate, atalantino doc cresciuto nel vivaio, lanciato in prima squadra nel 2017 da Gasperini: 65 presenze e 10 gol nel biennio d’oro della sua parabola ascendente, tra il 2016 e il 2018, quando era diventato a soli 23 anni il miglior difensore centrale italiano. Poi la mala suerte ha deciso diversamente per lui, tarpandogli le ali sul più bello, quando aveva già collezionato le prime due presenze con l’Italia di Mancini e aveva appena indossato il rossonero. Prima il tendine d’Achille. Poi il legamento crociato del ginocchio. Appena due presenze negli anni di Gattuso tra Europa League e Coppa Italia, ma senza esordire in serie A. Nel gennaio 2020 il ritorno a Bergamo con un’operazione intelligente tessuta dalla dirigenza nerazzurra: un prestito secco di 18 mesi con il riscatto facoltativo a 15 milioni. Riscatto mai avvenuto perché la seconda avventura atalantina di Caldara ha avuto una parabola ascendente, con l’esordio in Champions contro il Valencia nei giorni in cui dilagava il Covid, fino alla partita dei quarti di finale di Lisbona con il Paris St Germain, giocando bene nell’afosa estate degli stadi chiusi, poi un’altra parabola discendente con un nuovo infortunio, e intervento chirurgico, al ginocchio a chiudere la sua cavalcata nerazzurra. Quindi nuovamente al Milan e di nuovo in prestito in due annunciate situazioni difficili: tre anni fa al Venezia, con 29 presenze, poi allo Spezia, con 20 gettoni, entrambe retrocesse dopo aver cambiato diversi allenatori. Infine, l’ultimo ritorno al Milan tra infermeria e tribuna: adesso la serie B al Modena per provare a ripartire dopo un anno e mezzo in cui non ha quasi giocato.
Mattia Caldara con la maglia del Milan, da cui si è svincolato a parametro zero per firmare il contratto che lo lega al Modena in serie B (credits: acmilan.com)