Nel giorno in cui il Gewiss Stadium raggiunge la massima capienza per la gara di Europa League tra Atalanta e Lipsia, ricorre il decimo anniversario della scomparsa di Piermario Morosini. Il 26enne calciatore bergamasco, formatosi nelle giovanili dell’Atalanta e in campo con la maglia amaranto del Livorno, il 14 aprile 2012, quando venne stroncato da una cardiomiopatia aritmogena al 31’ minuto della gara che la sua squadra stava disputando a Pescara e valida per 25ª giornata del campionato di serie B. Una rara malattia ereditaria, emersa solo dopo quel tragico epilogo. Le immagini del “Moro” che cade, prova a rialzarsi per poi restare steso sull’erba sono rimaste indelebili nella mente degli sportivi. Fu lutto per il mondo del calcio e dello sport. Il destino si accanì su quel ragazzo, rimasto orfano, il quale trascorreva le sue vacanze facendo l’animatore nell’oratorio di Monterosso dov’era cresciuto. La sua morte, drammatica, ha fatto modificare le regole e oggi i defibrillatori cardiaci sono presenti ovunque.
Di Piermario Morosini restano il sorriso e l’esempio di vita, segnata già dalla perdita di entrambi i genitori e di un fratello e dalla presenza di una sorella disabile. Aveva inseguiti i suoi sogni, quelli di una vita da mediano, ricevendo apprezzamenti da tutti.
“Il tempo passa, ma il suo ricordo resterà sempre nei nostri cuori, più vivo che mai. Tutta l’Atalanta lo ricorda con grande commozione e immutato affetto.
Piermario sempre con noi” – scrive l’Atalanta sul suo sito web,
La maglia numero 5 della Nazionale U21, indossata in occasione dell’Europeo di categoria 2009 è conservata al Museo del Calcio di Coverciano, accanto a quella di un altro fulgo esempio di vita, qual è stato Davide Astori.