La terza sconfitta su quattro nella Fase a Orologio dopo una gara vanamente protesa all’inseguimento della Top Secret Ferrara, trascinata dal grande ex A.J. Pacher che ha pasteggiato tra le maglie di una difesa incerta, ha condannato la Blu Basket Treviglio a perdere una posizione (a favore dell’Assigeco Piacenza, avversario proprio degli estensi) e a dover affrontare da quinta in quarti di finale dei playoff senza il fattore campo. Domenica prossima lo start al Tabellone Oro, in casa dell’Umana Chiusi, ma le premesse non sono tra le migliori dopo aver regalato metà partita alla fuga bidone dello stesso stesso ostacolo targato Spiro Leka che determinò l’uscita al primo turno proprio la scorsa primavera. Le dichiarazioni a bocce ferme di coach Michele Carrea, zavorrato dal terzo fallo precoce di Langston (11+10), non contengono nemmeno un’ombra di soddisfazione, a dispetto della rimonta nell’ultimo quarto da meno undici chiusa dalla tripla di Miaschi (18 con 3/7 dalla lunga) sul 76 pari a 90 secondi dal gong sulle ali del 14-4 di parziale: “La taglia degli esterni ferraresi ci ha messi in sofferenza, costringendoci a una partita di rincorsa con conseguente spesa di energie, e abbiamo fatto le spese di un approccio sbagliato fino all’intervallo”.
Missione fallita, in soldoni, perché dopo i primi 9 minuti d’orologio da 8 punti la new entry Cipolla (solo 4 in 19′, partito ala piccola titolare), ex Umana Milano come il suo allenatore, e Rodriguez (11 e 6 assist) alla sirenina cominciano la maratona a perdifiato non supportata da difese match up rifinite né dall’innalzamento dei ritmi necessario a spostare l’inerzia. L’82-79 (21-12, 22-23, 23-23, 16-21) con cui la Kleb ha violato il PalaFacchetti, teatro dell’unico successo finora della post-season su Cento, va tutto sommato stretto a chi ha tirato col 50 per cento contro il 43,7, a chi ha preso 42 rimbalzi a 31 e soprattutto condotto da alfa ad omega. E così non ha sorpreso anima viva che, risalita da 62-73 a 6′ dai titoli di coda dopo l’unica tripla di Petrovic (5+7), alter ego altrui di Lupusor (infortunato, con Reati fisso in panchina: assenze insormontabili), la Gruppo Mascio si sia dovuta comunque arrendere a un paio di ciuffate di un A.J. da trentello. Nel quarto della sirena corta, più transizioni anche con Bogliardi (4) e l’unicum schiacciato di D’Almeida, denunciando ovunque il solito gap centimetrico. All’incipit dei fuochi di paglia, la bomba dell’ala genovese per il riavvicinamento sul 19-23 a una cinquina abbondante dall’intervallo.
Altro problema, la discontinuità confermata. Langston e Corbett, 22 a referto di cui 18 nelle ultime due decadi, mitragliano dal post e da centro area subito al rientro in campo, vengono frustrati dalla prima tripla di Zampini (11; Panni 7) e quindi dalla seconda del volto noto americano (39-51 a mezza via), tre canestri dall’arco della guardia trevigliese non risolvono la situazione, mentre Mayfield a due dimensioni non trova ostacoli (16 e 8 carambole) e sotto Fantoni (9+3; Vencato 4) non deve strafare di fronte all’unico vero lungo di casa. Pick’n’roll ed extra pass fino a trovare l’uomo smarcato per provarci da dove vale dispari è la strategia non certo premiata dal modesto 8/28 (7/18 di là) e la coperta è sempre corta: l’esempio lampante è Sacchetti, 10 palloni catturati ma solo sotto le sue plance e un ciuf prima del 73-65 da fuori della rimontina conclusiva.
Miaschi in azione contro Ferrara (credits: ufficio stampa Blu Basket)