- Scorri i nomi delle quattro semifinalisti di Champions League e ti accorgi che l’Atalanta, nel corso delle ultime tre stagioni le ha affrontate tutte. Con risultati alterni, d’accordo, da quelli più prestigiosi alle uscite di scena ma sempre a testa alta. Il Liverpool, prima finalista di quest’anno, dopo avere passeggiato nello stadio deserto di Bergamo, è stato battuto in casa dalla squadra di Gasperini in una delle più belle partite internazionali nella storia dell’Atalanta. Quanto alle altre, il confronto casalingo con il Real Madrid pure non ha beneficiato della degna cornice di pubblico ed è stato condizionato dall’espulsione assai discutibile di Freuler nei primi minuti. Ne sarebbe scaturito un pareggio, senza la rasoiata che sorprese Gollini e fece arrabbiare Gasperini. Quanto alla gara di ritorno, che non si giocò al Bernabeu ma allo stadio Di Stefano, si ricorda per essere di quelle che rispondono al principio “o vinci o impari”. Guardiola tremò a San Siro nella prima annata di Champions dell’Atalanta, che sfiorò la vittoria con il Manchester City che le aveva inflitto una manita in terra inglese. Quanto al Villarreal, sappiamo com’è andata: gara scintillante all’andata in Spagna, chiusa in pareggio, e sconfitta a Bergamo con rimonta sfiorata ma che non sarebbe bastata comunque a qualificarsi agli ottavi. In tutti i casi, se si esclude la partita di andata con il City, la Dea ha meritato pienamente il palcoscenico della massima competizione europea. Anche perché la squadra di Gasperini ha rappresentato il calcio italiano dove e quando le altre connazionali già non c’erano.
La formazione scesa in campo a Bergamo con il Villarreal (credits: atalanta.it)