Negli anni ’50 e ’60 ad illuminare il campionato di calcio italiano c’era gli angeli dalla faccia sporca, che rispondevano ai nomi di Omar Sívori, Antonio Valentín Angelillo e Humberto Maschio. Quest’ultimo, centrocampista di classe finissima, ha indossato per tre stagioni la maglia dell’Atalanta, tra il 1959 e il 1962. Bergamo, che lo ha amato e dove ha messo censo familiare, gli dice addio all’età di 91 anni. In Argentina, dove era nato e si era affermato, aveva vinto la Coppa America nel 1957 prima di accasarsi in Italia al Bologna. In lui, reduce da due stagioni non esaltanti, credette l’Atalanta e fu ripagata. Lo racconta a Zonamistamagazine Franco Tentorio, figlio di Luigi, il talent scout che affiancava l’allora presidente Daniele Turani.
“Il mio papà, che era responsabile dell’acquisto dei giocatori, trattò con il Bologna, il cui presidente era il mitico Dallara, suo grande amico, il trasferimento di Humberto Maschio, il quale veniva da un’esperienza di successo in Argentina. Faceva parte del trio definito «Angeles de la cara sucia». A Bologna – ricorda Franco Tentorio – non aveva fatto benissimo. A Bergamo, al contrario, ha giocato molto bene e ricordo che il giornale locale arrivò a titolare «Maschio batte la Spal», a significare quanto fosse importante per il gioco dell’Atalanta”. “Si è sposato a Bergamo, dove ha vissuto anche parecchi anni e, secondo il giudizio di mio padre Luigi, Maschio è stato il migliore giocatore che lui abbia potuto portare all’Atalanta”. “Maschio viene ricordato da chi lo ha conosciuto come una persona semplice, così come la moglie bergamasca – sottolinea Franco Tentorio – Lui era sempre concentrato sul suo lavoro che svolgeva con grande professionalità. Non aveva grilli per la testa ed era uno sportivo puro, di altissimo livello tecnico”. A Bergamo disputò 80 partite con 22 gol. Dopo un triennio fortunato, Maschio venne ceduto all’Inter, dopo avere debuttato come oriundo con la maglia della Nazionale italiana. Con la squadra allenata da Helenio Herrera vinse lo scudetto nella stagione 1962-63, poi andò alla Fiorentina per vincere una Coppa Italia e la Mitropa Cup 1966, fino al ritorno in Argentina per vincere con il Racing Club il campionato, la coppa Libertadores la coppa intercontinentale 1967. Da allenatore sulla panchina dell’Indipendiente rivinse la coppa Libertadores nel 1973. Un giocatore simbolo che ha incarnato lo spirito dell’Atalanta. Un esempio da seguire anche solo sentendone raccontare la storia sportiva e umana.
La formazione dell’Atalanta 1959-60. Humberto Maschio è il primo accosciato a sinistra (da Wikipedia – pubblico dominio)