La Roma di Mourinho ha riportato in Italia una coppa europea 12 anni dopo la Champions conquistata dall’Inter del triplete. A decidere la finale della prima edizione di Conference League, disputata a Tirana, è stato un gol di Zaniolo al 32’ del primo tempo, con cui i giallorossi hanno avuto ragione del Feyenoord. Una gara di grande intensità, durante la quale ha avuto un ruolo anche il portiere Rui Patricio, autore di parate decisive durante la spinta profusa nel secondo tempo dagli olandesi, che hanno colpito due pali. Sull’altro fronte, l’estremo difensore del Fejenoord, Bijlow, ha negato il raddoppio a Pellegrini e Veretout. Merito alla gestione intelligente e ordinata del vantaggio minimo da parte della Roma, che torna a vincere un trofeo europeo dopo la Coppa delle Fiere nel 1961 e la Coppa Anglo-Italiana nel 1972. Mourihno, in lacrime dopo il trionfo, diventa il primo allenatore ad avere vinto tutti i trofei UEFA. Nella formazione giallorossa quattro ex atalantini della gestione Gasperini: Cristante, Spinazzola, Ibanez e Mancini, quest’ultimo autore dell’assist che ha permesso a Zaniolo di segnare il gol decisivo. Non è un particolare banale. Giocatori usciti dalla cantera bergamasca, che vincono il loro primo trofeo europeo per club. Ultima considerazione: chi ama il calcio non può che plaudire all’impresa della Roma. Avremmo sperato che anche l’Atalanta potesse arrivare fino in fondo in Europa League. Ne è uscita a testa alta, con la voglia di alzare finalmente anch’essa un trofeo. Se la prossima fosse la stagione della Coppa Italia, agognata e due volte accarezzata in finale, sarebbe un bel regalo per l’Atalanta e per Bergamo.
Jose Mourinho con la Conference League (credits: uefa.com)