“Tutta la famiglia Atalanta saluta Giovanni Sartori. Ha contribuito a rendere straordinario il nostro progetto e il nostro percorso”. Non è mancata la commozione, a paralizzare la voce ai due conferenzieri, nell’annuncio a due con Luca Percassi dell’addio di Giovanni Sartori all’Atalanta. Figurarsi i compimenti reciproci: “L’amministratore delegato, che otto anni fa mi volle qui per primo e a cui sarò eternamente riconoscente, è il più grande venditore del mondo. Sarebbe capace di vendere sabbia al deserto rafforzandosi”. Parola di Cobra di Lodi, per una volta a testa bassa in attesa di alzarla per mordere al tavolo delle trattative con la nuova casacca del Bologna: “Tra il miracolo Chievo e il miracolo Dea porto con me due modelli e due esperienze che non necessitano di aggettivi. Incredibile come un quartiere di Verona sia arrivato ai preliminari di Champions ed Europa League. Su quello che ha vissuto Bergamo inutile tornarci su, anche se mi crea un po’ di rammarico quest’ultimo ottavo posto, figlio soprattutto di una serie infinita di infortuni. Comunque, con caratteri diversi, sia Gasperini che il sottoscritto hanno sempre lavorato di comune accordo per gli obiettivi comuni”.
Insomma, ci si lascia bene, c’eravamo tanto amati e ci si scherza anche su, nelle pieghe di dichiarazioni serissime e tassonomiche: “Preciso, per scacciare tutti i pettegolezzi, che la scelta è stata solo della Società, l’allenatore non c’entra. Spero che Giovanni ci spedisca della buona mortadella DOP”. E quindi, altra ufficialità, non prevista ma ormai vociferata da settimane se non mesi: “Apriamo un nuovo ciclo con Tony D’Amico direttore sportivo a fianco di Lee Congerton”, ha aggiunto il figlio presidenziale. E Sartori, plaudendo all’opzione dell’uomo nuovo del tavolo delle trattative, appena liberatosi dal contratto con l’Hellas Verona: “Tony è un bravissimo collega, gli faccio tutti i più affettuosi auguri possibili”.
Quanto al rapporto che finisce, poche parole e qualche lacrimuccia dall’ex datore di lavoro e dall’aex dipendente: “Luca mi ha insegnato a essere più aperto con la sua gioventù, dalla sua come alto dirigente ha anche la conoscenza della materia, da ex calciatore come il padre Antonio, il presidente – ha affermato il 65enne laudense -. Non so se esista davvero un modello esportabile appreso a Zingonia, so solo che qui si lavora e si vive di Atalanta H24. Prima, magari, ne lavoravo solo 23. Ma anche Luca, all’inizio, veniva sul campo solo giovedì…”. Chiosa a chi ha optato per la svolta dopo otto anni col responsabile dell’area tecnica: “I collaboratori storici di Sartori giustamente lo seguono nella nuova esperienza professionale, ma Zamagna, Costanzi e Migliaccio ovviamente restano dove sono”.
Luca Percassi e Giovanni Sartori durante la conferenza stampa a Zingonia (credits: atalanta.it)