Dalla mitica “zona Cesarini”, per via dell’omonimo attaccante juventino che negli anni trenta segnava regolarmente intorno al novantesimo minuto, alla “zona Gasperini”. Più estesa, all’ultimo terzo di gara, quei 30-35 minuti finali in cui l’Atalanta da tre mesi vince sempre, senza eccezioni alla regola. Mutuando un’usanza dagli sport americani, dove i match sono divisi in tre o quattro periodi, la Dea nell’ultimo trimestre ha sempre vinto il parziale dell’ultimo periodo, non prendendo mai gol nell’ultima mezz’ora (ne ha presi due ma ininfluenti contro Genoa sul 5-0 e Cesena sul 6-0) ma segnando sempre almeno un gol, tranne in un‘occasione, contro il Celtic, finita 0-0. Per il resto la squadra nerazzurra ha sempre vinto il “terzo periodo”. Nel mese di dicembre si è visto in maniera impressionante.
Fissando il punteggio al sessantesimo minuto la Dea a Roma era 0-0, e ha poi vinto 2-0, contro il Milan era 2-2, e ha poi vinto 3-2, contro il Real Madrid era sotto 1-3, e ha ridotto a 2-3, contro il Cagliari era 0-0, e ha poi vinto 1-0, contro il Cesena era 4-0, e ha poi vinto 6-1, contro l’Empoli era 2-2, e ha poi vinto 3-2, e infine contro la Lazio era sotto 0-1 e ha poi pareggiato 1-1. È un copione che si ripete regolarmente e puntualmente dal 28 settembre, quando la stagione nerazzurra ha svoltato: sotto 0-1 a Bologna a inizio ripresa, poi il pareggio nel finale di Samardzic. L’inizio di questa incredibile serie. Le gare contro Genoa, Verona e Cesena ovviamente fanno poco testo, dato che l’Atalanta al 60’ vinceva con quattro o cinque gol di scarto. Impressionante però il percorso con le altre, anche in Champions, dove i tempi della “zona Gasperini” sono anticipati al 50’: a Stoccarda la Dea era 0-0 e ha poi vinto 2-0, a Berna era già sul 4-1 ma ha poi vinto 6-1 in un contesto dove la differenza reti conta moltissimo.
In campionato stesso discorso già prima di dicembre: anche qui anticipando al 55’ la Dea era 0-0 contro il Monza e ha vinto 2-0, era sotto 0-1 contro l’Udinese e ha vinto 2-1, nelle vittorie esterne a Parma e Napoli ha segnato il terzo gol nella “zona Gasperini” ritoccando al Tardini da 1-2 a 1-3 e al Maradona da 0-2 a 0-3. Non è un caso, ovviamente. L’Atalanta vince il parziale degli ultimi 35 minuti perché fisicamente sta sempre meglio degli avversari e corre di più, perché mentalmente è cannibale, ha più voglia di vincere e non si accontenta nemmeno se è già in vantaggio, e infine per la qualità e la profondità della panchina. Perché se è vero che in questo filotto alcuni gol sono arrivati nel finale dai titolari, da De Ketelaere (Empoli), da Lookman (Milan e Real) o da De Roon (Roma), gli altri gol e pure gli assist sono quasi sempre arrivati dai nuovi entrati, dai vari Samardzic, Zaniolo e Brescianini, oltre che da Retegui a Napoli, anche lui appena entrato.
Gian Piero Gasperini con la sua Atalanta ha costruito i successi nell’ultimo terzo di partita (Ph: A. Mariani)