“Quarant’anni dedicati al tennis”. Bergamo applaude Carlos Bernardes, uno degli arbitri più celebri ed apprezzati al mondo. Serata speciale organizzata dal Panathlon Club di Bergamo “Mario Mangiarotti” con il Rotary Club di Dalmine – Centenario. Pienone presso la Saps di Lallio all’interno dello Show Cooking Pentole Agnelli per applaudire il percorso di un riferimento assoluto nel mondo della racchetta e ormai bergamasco d’adozione dopo il matrimonio con Francesca di Massimo.
Una carriera clamorosa, iniziata nel 1984 da San Paolo del Brasile, nel corso della quale ha diretto più di 8 mila partite ed è stato il primo latinoamericano ad arbitrare le finali di Grande Slam, Coppa Davis e Master Atp. Ha partecipato a cinque edizioni dei Giochi Olimpici, dal 2004 al 2020 . E’ a lui che Jannik Sinner, nel corso della cerimonia di premiazione dopo la vittoria nelle Nitto Atp Finals a Torino su Taylor Fritz, ha voluto rivolgere un sentito ringraziamento. Sceso dal mitico seggiolone ora restano tantissimi ricordi.
“Wimbledon è un posto speciale. Nel 2011 ho arbitrato la finale tra Nadal e Djokovic vinta dal serbo in quattro set. E grazie a quel trionfo, il lunedì successivo, è diventato il numero uno al mondo. Roger Federer? Uno spettacolo. E vederlo giocare faceva sembrare tutto di una facilità estrema”. Tra comportamenti, etica ed esempi Bernardes è l’emblema di fermezza, sorriso e buon senso: “Il problema non sono i giocatori, piuttosto vanno lette le situazioni in campo in cui si è consapevoli del livello altissimo della tensione. Ecco perché a volte funziona il dialogo, altre è meglio tacere e altre ancora si trova una via per stemperare gli animi. Importante è studiare e sapere sempre le caratteristiche dei giocatori per sapere come approcciare il discorso. Quelli indisciplinati? A me piacciono. Tenerli a bada diventa una sfida. Godersi la partita? La mia posizione più bella”. L’arbitro, essendo sotto l’egida Atp, ha diretto quasi esclusivamente incontri maschili, ma al femminile non ha dubbi nell’indicare gli esempi: “Senza dubbio Martina Navratilova e Serena Williams”.
Per Carlos, Bergamo significa l’amore. Sbocciato nel corso delle Olimpiadi di Atene 2004 con Francesca di Massimo, a sua volta per oltre 20 anni giudice di linea. “Ci conoscevamo – spiega Di Massimo – poi ad Atene sono belli tutti gli sport per cui siamo andati a vedere Italia-Brasile di pallavolo ed era la prima volta in cui ci trovavamo da soli. La tecnologia? Ci ha mandato in pensione. Ormai nei Master 1000 c’è l’obbligo, ormai però non c’è più il lato umano. Sinner? E’un italiano modello, sa sempre come comportarsi. E a prescindere da questo capitolo legato al doping, è la perfezione fatta tennista”.
Da sinistra: Francesca Di Massimo, Baldassarre Agnelli, Carlos Bernardes, Giuseppe Pezzoli e Alice Melocchi (credits: Panathlon Club Mario Mangiarotti Bergamo)