Nell’immaginario collettivo, il 2025 della Formula 1 sarebbe dovuto essere un anno senza troppi scossoni o colpi di scena, figuriamoci rivoluzioni. Quelle erano (e in buona parte ancora sono) attese per il 2026, quando arriveranno nuovi regolamenti destinati a stravolgere ancora una volta le forze in campo. Gli unici motivi di curiosità sembravano essere alcuni possibili cambiamenti di piloti all’interno di scuderie anche importanti, per i tanti contratti in scadenza a fine 2024. Senza però che questo potesse sconquassare l’universo del Circus. Questi erano i discorsi che si facevano un anno fa, provando ad anticipare ciò che avremmo vissuto in questo momento che nel frattempo abbiamo raggiunto: 12 mesi dopo è però cambiato tutto.
Del resto si partiva da alcune certezze granitiche, che ormai apparivano scolpite nella roccia: la raggiunta infallibilità della Red Bull in generale e di Max Verstappen in particolare. L’olandese si era assicurato il suo primo titolo nel 2021, al termine di una stagione talmente piena di episodi e colpi di scena da essere degna di una serie Netflix (e infatti…). Nel 2022 l’olandese si era ripetuto, facendo un po’ meno fatica. Il 2023 lo aveva invece visto cannibalizzare un campionato che già in primavera aveva di fatto perso interesse: alla fine le vittorie furono 19 in 22 Gran Premi, un record difficilmente replicabile. Perché, senza cambi regolamentari, il futuro sarebbe potuto essere diverso?
E in effetti anche il 2024 era iniziato su una falsariga simile, con sette pole position e cinque vittorie nelle prime sette prove iridate per SuperMax. Chi credeva però che il nostro destino sarebbe stato quello fino al 2026 è stato prepotentemente smentito. Da un lato è infatti iniziata la flessione della Red Bull, dall’altro si è finalmente concretizzata la crescita della concorrenza. Risultato: cinque vittorie per la Ferrari, quattro per la Mercedes e addirittura sei per una McLaren che nella sorpresa generale si è aggiudicata il titolo costruttori. Quello piloti è rimasto in mano al solito Verstappen, consegnandoci però un mondo tutto nuovo per questo 2025.
Una stagione che si prospettava come l’ultima di un’epopea, caratterizzata dal dominio di un’accoppiata pilota-mezzo degna del quinquennio 2000-2004 (Michael Schumacher-Ferrari), del quadriennio 1988-1991 (Ayrton Senna-McLaren, al netto del controverso titolo andato al compagno Prost nel 1989), dell’infinito periodo 2014-2020 (Lewis Hamilton-Mercedes, con l’intermezzo 2016 di Nico Rosberg), ma anche del quadriennio già costruito dalla stessa Red Bull con Sebastian Vettel tra il 2010 e il 2013. Guarda caso, alla vigilia di uno stravolgimento regolamentare. Eppure ci apprestiamo a vivere un campionato che sulla carta potrebbe essere in bilico e incerto come non capitava dalla prima metà degli anni ’80. Quando cioè a sognare di poter vincere il titolo erano in 6-7 e di poter vincere una gara oltre una decina.
Il quadro dopo i test prestagionali, e nella settimana che porterà al debutto di Melbourne per il Gran Premio d’Australia, è infatti vario e complesso, quasi nebuloso. Inevitabile guardare al quattro volte iridato Verstappen come l’uomo da battere: del resto è sempre lui il campione in carica. Ma in casa Red Bull domina la cautela, con Helmut Marko che parla di «ritardo al giro dalla McLaren tra il mezzo secondo e il secondo pieno». Pretattica? In passato è stato così. Sta di fatto che tutti sembrano spaventatissimi da Lando Norris e Oscar Piastri, che dopo numerosi errori di gioventù nel 2024 sono chiamati a raccogliere il risultato massimo. Ma dovranno ultimare la loro evoluzione da ottimi piloti a campioni veri e propri, oltretutto evitando di mettersi i piedi in testa a vicenda, con il rischio di togliere punti a se stessi e alla squadra (in McLaren sanno già benissimo sia come si può vincere sia come si può perdere un campionato in questo modo).
E la Ferrari? La Ferrari c’è, ma è guardinga. I test hanno evidenziato alcuni problemi di messa a punto che sembrano aver preoccupato soprattutto Charles Leclerc, mentre Lewis Hamilton non si è abbattuto, forte anche della luna di miele ancora in pieno corso con la sua nuova, scatenata tifoseria. Il tutto dovrà essere però verificato in pista, ancora una volta: troppe volte, nel passato recente e meno, i risultati delle Rosse hanno sovvertito le aspettative. In negativo, più spesso, ma talvolta anche in positivo. Al momento il Cavallino appare tra la seconda e la terza posizione nelle gerarchie della vigilia (dipende dalla Red Bull), ma è lecito attendersi quantomeno vittorie e ambizioni da titolo da parte dei suoi due alfieri. Solo il tempo ci saprà poi dire se i loro rapporti resteranno saldi come ci appaiono in momento, o se uno dei due fuoriclasse finirà con il patire la classe dell’altro: sarà il veterano di mille vittorie al cospetto del nuovo che avanza, o quest’ultimo che nel corso degli anni è diventato il paladino della tifoseria? La speranza del popolo rosso è che l’equilibrio duri: ne va dei risultati e della crescita del team.
Occhio poi alla Mercedes, data per morta da anni e che invece in qualche modo resta sempre ben al di sopra della linea di galleggiamento. E che ha stupito anche nel corso di quest’inverno. George Russell ha terminato la prima, importante fase della sua maturazione e dividerà il box con un Kimi Antonelli che farà palpitare molti cuori anche in Italia. Forse era da oltre trent’anni (Patrese 1992) che non vedevamo un nostro portacolori nelle condizioni di poter fare così bene in un team tanto blasonato. Forse addirittura da una quarantina (Alboreto 1985). Sta di fatto che il giovanissimo bolognese può eccome puntare quantomeno alla vittoria, che al nostro Paese manca dal lontanissimo 2006 (Fisichella).
Dunque Hamilton e Leclerc, Norris e Piastri, Russell e Antonelli, più ovviamente Verstappen. Sette piloti che in questo momento sembrano tutti in grado di occupare almeno una volta il gradino più alto del podio in un 2025 che promette finalmente scintille per gli appassionati delle quattro ruote. L’ottavo sarebbe Liam Lawson, nuovo compagno di SuperMax che però nel corso degli anni ha già ampiamente dimostrato come restino le briciole a chi spetta l’ingrato compito di affiancarlo in Red Bull: Daniel Ricciardo resse il colpo solo per un paio d’anni, Pierre Gasly e Alex Albon uscirono da quell’esperienza tramortiti e ridimensionati, la parabola di Sergio Perez è ancora fresca nella memoria di tutti. Difficile invertire la tendenza proprio quest’anno, ma certamente il neozelandese ci proverà.
Come ottava freccia all’arco della Formula 1 versione 2025 è quindi lecito aspettarsi qualcosa da Carlos Sainz, fermamente intenzionato a portare nuovo lustro a una Williams che sembra tornata quantomeno ambiziosa, e ovviamente dal solito Fernando Alonso. La cui Aston Martin appare da tempo male in arnese, ma l’eterno asturiano garantisce ancora oggi una qualità con pochi pari in griglia. Senza dimenticarsi della presenza di Adrian Newey, che quantomeno a stagione in corso si farà certamente sentire. Del resto la Formula 1 odierna ci ha insegnato che ogni progetto può diventare vincente anche a cammino già iniziato: chiedere proprio alla McLaren.
Charles Leclerc e Lewis Hamilton con la Ferrari SF-25 con cui disputeranno il Mondiale F1 2025 (credits: Scuderia Ferrari HP)