Undici coppe del mondo tra generali e di specialità, 25 medaglie iridate e 297 giorni all’Olimpiade di Milano-Cortina. La Fisi ha chiuso la sua memorabile stagione con il Media Day a Milano, presso l’Armani Privè di via Pisoni. “Memorabile ma anche con tanti problemi che cercheremo di risolvere”, puntualizza il presidente federale Flavio Roda. Riferimento nemmeno troppi velato, tra i tanti crucci, all’incidente di Federica Brignone: “Abbiamo un gruppo di atleti che sono un esempio per tutti, a prescindere dai risultati. Ed è questo il nostro orgoglio più grande”. La valdostana, dal canto suo, in collegamento non ha perso sorriso e neppure il suo tradizionale spirito all’inizio del suo percorso di fisioterapia: “Inizio oggi – ha dichiarato – e tra 45 giorni vedremo cosa ci dirà la TAC. Al momento impossibile sbilanciarsi su ogni cosa, compresa la valutazione del danno ai legamenti. Ma rifarei tutto ciò che ho fatto. E’ stata una casualità che va accettata, non c’è stato nulla di sbagliato. Sono sicura che tornerò presto a fare ciò che amo”. A proposito di amore per lo sci, Sofia Goggia ne è un altro fulgido esempio. La 32enne bergamasca si è piazzata tre volte terza, tra graduatoria generale, di discesa e superG: “Il mio è stato un ottimo percorso – ha sorriso – contrassegnato da un altissimo livello di sciata in tre discipline anche se è mancato qualche acuto. Non raggiungevo standard simili dal 2016, dal primato di podi. Ho rimesso gli sci a novembre effettuando la preparazione solo a Copper Mountain e su un solo tipo di neve. Chiaro che rientrare a Beaver Creek con la vittoria in superG sia stata anche un’arma a doppio taglio perché è come se, nella concezione di tutti, sia stato cancellato l’incidente. Per il resto, alcuni alti e bassi ma sono riuscita ad esprimermi a dovere in gigante. Voglio ricominciare dal terzo posto nell’Overall: mi ha dato tanta consapevolezza. All’alba della mia quindicesima stagione? Stabilmente direi la decima e preparare la prossima è una gioia. La vita da atleta può essere dura, ma bisogna essere grati perché è sempre e comunque da privilegiati. E non lo dimentico”. A proposito di momenti da non dimenticare, è stato l’oro iridato di Michela Moioli a salvare l’iter dello snowboardcross: “Il fotofinish in finale – ha rilevato la 29enne alzanese – è stato la fotografia della stagione. Un colpo di coda per chiudere un cerchio in cui iniziavo quasi a non sperare più. Mesi travagliati, faticosi e difficili nei quali tuttavia ho mantenuto viva la speranza. E le persone che avevo ed ho attorno hanno fatto la differenza”. E fare la differenza è ciò che accomuna e accomunerà le stelle azzurre – compreso Dominik Paris, 36 anni oggi – sognando i cinque cerchi sempre più vicini.
L’alzanese Michela Moioli, neo campionessa del mondo di snowboardcross (credits: Pernice Editori)