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Outdoor 2 Maggio 2025di Marco Enzo Venturini

Ferrari a Miami tra problemi e livrea biancoblu

C’è modo e modo di prepararsi a un weekend di gara in Formula 1, e ci sono alcune polemiche più costruttive di altre. In tal senso va detto che il modo in cui la Ferrari e chi la ama si stanno avvicinando al Gran Premio di Miami 2025 solleva ben più di qualche perplessità. A partire dal fatto che i dubbi sul livello della SF-25 sono al momento spazzati via dalle polemiche sulla livrea scelta dal Cavallino per questo particolare evento.

Si dà il caso che, nelle prime dichiarazioni ufficiali a Miami, sia Charles Leclerc che Lewis Hamilton abbiano espresso giudizi tutt’altro che lusinghieri verso la Ferrari di cui attualmente dispongono. Il monegasco, che pure l’ha portata finalmente sul podio in Arabia Saudita, ha fatto sapere di essere alle prese con una monoposto più difficile rispetto a quelle che l’hanno preceduta, al punto tale da dover modificare il proprio stile di guida e cercare messe a punto «estreme» pur di ricavarne risultati positivi. Il britannico, dal canto suo, è andato ancora più diretto: «Molte cose non stanno funzionando, ma apprezzo il lavoro che sto facendo con chi mi circonda. Tranne in Cina, quando avevamo poco tempo tra le libere e la Sprint, abbiamo sempre modificato la macchina e l’abbiamo sempre peggiorata. Facciamo tutti del nostro meglio, e io sto cambiando le mie abitudini di guida per crescere in prestazioni e risultati. E chi parla dall’esterno non ha la più pallida idea di ciò che sta succedendo, la loro opinione non mi interessa».

Insomma: i motivi per essere preoccupati non mancano. Eppure buona parte dell’opinione pubblica si sta concentrando sulla macchia blu e bianca che la Ferrari ha occasionalmente aggiunto alla sua Rossa a Miami. Dobbiamo mettere in conto che questa diventi un’abitudine, visto che già nel 2024 avvenne qualcosa di simile, sebbene in maniera molto meno vistosa e appariscente. Ma il senso dell’operazione c’è, è chiaro e soprattutto dichiarato. Eppure nessuno di questi elementi sembra essere passato, diventando il motivo principe di lamentela da parte di chi ha il Cavallino nel cuore.

Sarebbe opportuno ricordare che il rosso Ferrari si deve all’antica assegnazione di tale colore alle vetture da corsa italiane agli albori dell’automobilismo mondiale (non a caso la stessa tinta contraddistinse Lancia, Alfa Romeo, Maserati e in seguito Lamborghini). Per lo stesso motivo le automobili britanniche erano verdi (si pensi a Lotus e Vanwall, ma anche alle scelte di Jaguar a inizio millennio e Aston Martin in questi anni), le francesi blu (come l’odierna Alpine, ma anche le passate Matra, Ligier, Prost e inizialmente Larrousse) e le tedeschi bianche (la Mercedes passò poi alla storia con il grigio del telaio privo di vernice, ma provate a pensare al colore che nel vostro immaginario ha la Porsche). Gli Stati Uniti si videro assegnati il bianco e il blu, che anche la Ferrari ha in passato onorato. E attenzione, non in corse a caso: in Formula 1 e per specifica volontà di Enzo in persona.

Nel 1964, infatti, il Drake entrò in aperta polemica con la FIA (che non gli omologò una vettura pronta per Le Mans) e con l’Automobile Club italiano (che non lo supportò). Tolse quindi alle sue Ferrari la licenza italiana, e finì il campionato di Formula 1 con i colori della NART (North American Racing Team, costola statunitense della casa di Maranello). John Surtees, che poi si sarebbe laureato campione del mondo, lo fece quindi per la Ferrari, ma in bianco e blu. Correndo peraltro con quella livrea proprio negli USA (allo storico Watkins Glen) e poi in Messico.

Il fatto che su suolo americano la Ferrari onori questa anomala colorazione ha quindi un fondamento storico, ma è impossibile non notare una combinazione che non appare casuale: la livrea speciale di Miami si sposa alla perfezione anche con il blu e il bianco di uno sponsor sempre più ingombrante. Lo stesso, peraltro, che i fan già sfegatati ai tempi di Michael Schumacher non possono che associare alla Williams di Juan Pablo Montoya. Che del Kaiser fu non solo grande avversario, senza mai raggiungere i livelli di Mika Hakkinen, ma un vero e proprio «nemico» in pista e non (a differenza del finlandese della McLaren, con cui i rapporti furono sempre sportivi e quasi amichevoli).

In altre parole: a Miami scenderà in pista una Ferrari che nel suo posteriore ricorda una delle Williams più odiate da chi oggi ama il Cavallino e ha superato i 30 anni d’età. E a Maranello se ne sono accorti, tanto da aver addirittura limitato la possibilità di commenti sui social. Peccato che i problemi della monoposto di Leclerc e Hamilton siano ben altri. E se i due piloti lo sanno, avendolo anche apertamente denunciato, chiunque altro sembra non essersene quasi accorto.

Hamilton e Leclerc con i colori biancoblu con cui la Ferrari ha deciso di correre a Miami (credits: Scuderia Ferrari)