C’è una parola che piace molto agli appassionati di calcio: “Triplete”. Dopo anni di vacche magre nel torneo di casa, il concetto si può estendere al tennis: l’Italia ha sfiorato una clamorosa tripletta agli Internazionali BNL d’Italia. Purtroppo, è mancato il risultato più atteso, il trionfo di Jannik Sinner, ma forse sarebbe stato troppo. Già, perché vincere un Masters 1000 al rientro dopo 104 giorni di stop, in virtù della sospensione concordata con la WADA, sarebbe stato devastante per la concorrenza, un pugno alla Muhammad Alì. Non che gli avversari possano dormire sonni tranquilli, perché Sinner si è bloccato in finale contro l’unico che sembra davvero in grado di batterlo: Carlos Alcaraz. Da inizio 2024 a oggi, l’altoatesino ha raccolto il clamoroso bilancio di 86 vittorie e 7 sconfitte. Bene, quattro di queste sono arrivate contro Carlitos. “Ho sbagliato un paio di scelte, di solito non mi capita” ha detto Sinner dopo aver ceduto 7-6 6-1, alludendo ai due setpoint non sfruttati nel primo set. Fa niente. Una sospensione come la sua non è assimilabile a uno stop per infortunio, ma un minimo di ruggine agonistica era prevedibile. Invece “Robocop” Sinner ha giocato un torneo impeccabile, concedendosi soltanto un set di vacanza nella semifinale contro Tommy Paul. E nei quarti aveva infilato una prestazione-monstre contro Casper Ruud. Insomma, il bilancio rimane positivo e lo stesso Jannik si è detto felice di aver potuto sfidare Alcaraz, testando le sue condizioni prima dell’accoppiata Roland Garros-Wimbledon, laddove la palla scotterà ancora di più. Magari l’appassionato mainstream, occasionale, sarà rimasto deluso per l’esito. La realtà è che la finale è un gran risultato e certifica, ancor di più, la leadership mondiale dell’altoatesino. Magari Alcaraz può batterlo sulla singola partita, ma sul piano della continuità non ce n’è per nessuno.
E allora l’Italia può gioire grazie al “Doblete” di Jasmine Paolini: se il successo in coppia con Sara Errani nel doppio (primo atto di una domenica che poteva essere magica) era in qualche modo prevedibile, il trionfo in singolare ha del clamoroso. È stato soltanto il terzo in carriera, il più prestigioso, quello che ne certifica lo status di top-player. Ok, aveva giocato la finale a Roland Garros e Wimbledon 2024, qualcuno pensava che potesse essere stato un anno d’oro e che Jasmine fosse destinata a un ridimensionamento. Altri erano preoccupati per la separazione un po’ improvvisa con coach Renzo Furlan. Invece ha ripreso a giocare alla grande e ha ritrovato il suo best ranking al numero 4 (miglior classifica di sempre per una tennista italiana, condivisa con Francesca Schiavone) ed è risalita al settimo posto nella WTA Race, la classifica che tiene conto dei soli risultati del 2025. Quest’ultimo è un dato di enorme importanza: significa che potrà giocare con serenità a Parigi e Londra, senza preoccuparsi dei punti in scadenza. Poteva essere un Triplete, non è arrivato. Ma l’Età dell’Oro resta, e si vede in mille piccoli dettagli: come venerdì sera, quando la semifinale Sinner-Paul è stata trasmessa su Rai Uno, ritardando l’inizio di una trasmissione-cult come “Ballando con le Stelle”, come l’inizio ritardato del GR1 di domenica sera, perché bisognava seguire gli ultimi game di Sinner-Alcaraz. Il tennis italiano non è mai stato così forte: prossima tappa Parigi, Bois de Boulogne, Roland Garros. E si può davvero sognare in grande.
Jasmine Paolini e Sara Errani titolo bis agli Internazionali BNL d’Italia (credits: FITP)

Jannik Sinner ha subito 7 sconfitte da inizio 2024, 4 di queste da Alcaraz (credits: FITP)