Ultimissime ore in nerazzurro per Aleksey Miranchuk, destinato a trasferirsi al Torino, con un prestito che prevede poi un riscatto a determinate condizioni per circa 11 milioni più bonus. Uscita annunciata, seppur rimandata dalla semplice motivazione che non si trovava un club disposto a investire sul 27enne attaccante moscovita.
I problemi interni al Torino, esplosi in maniera roboante con la lite tra il tecnico Juric e il ds Vagnati avvenuta nei giorni scorsi, potrebbero aver sbloccato lo stallo intorno all’ex Lokomotiv Mosca, sondato a giugno dal Bologna di Sartori e dal Sassuolo, oltre che dal Verona, ma senza offerte concrete per averlo.
L’Atalanta il 4 luglio lo ha accolto il giorno del raduno, lo ha fatto lavorare con il gruppo, addirittura Gasperini lo ha schierato nella prima amichevole di luglio contro la Rappresentativa Val Seriana, contro cui ha segnato una tripletta, prima di metterlo di fatto fuori rosa insieme all’altro attaccante in esubero, Josip Ilicic.
Da due settimane Miranchuk attendeva una via d’uscita, arrivata dalla sponda granata del Po. Dove, a 27 anni, potrà cercare un rilancio a livello italiano in una piazza non facile come pressione della tifoseria, ma con minore concorrenza.
Rilancio italiano perché i treni gloriosi della Champions sembrano passati per il russo che due anni fa l’Atalanta acquistava per 15 milioni dal Lokomotiv Mosca, con un ingaggio quinquennale da 7 milioni: cifre importanti per un giocatore che aveva segnato reti pesanti sia in Champions che con la nazionale russa, con cui ha timbrato una rete anche negli ultimi Europei.
A Bergamo era arrivato per rimpiazzare Ilicic nell’estate in cui era stato risucchiato dal suo buco nero, ma si è presentato subito infortunato e non ha mai ingranato, faticando nel primo anno anche a trovare spazio a causa del rientro dello sloveno e dell’esplosione di Malinovskyi.
Paradossalmente, in questo biennio Ilicic pur giocando meno ha segnato 11 gol con reti decisive a Liverpool, al Milan, alla Roma, alla Fiorentina, mentre Miranchuk si è limitato ad appena 9 gol, di cui 7 gol nel 2020-21 (ma di questi solo 2 determinanti) con un calo deprimente nella passata stagione e con la miseria di appena due gol, di cui uno solo determinante (a dicembre a Verona) e una lunga sequenza di insufficienze in pagella.
Eppure nel girone di ritorno, senza Ilicic, senza Zapata fino ad aprile, senza Muriel per diverse settimane, di spazio e occasioni ne ha avute anche tante, ma la risposta è sempre stata la stessa: qualche giocata a sprazzi e nient’altro, anche in termini di coinvolgimento e grinta.
Freddo, silenzioso, indecifrabile, a tratti apatico: Miranchuk è rimasto un oggetto misterioso, peraltro dopo un inizio incoraggiante con la rete spettacolare al Midtjylland e la rete all’Inter. Ora avrà una nuova opportunità in granata, per far vedere quel talento che tutto gli riconoscono, e qualcosa che a Bergamo non ha mai fatto vedere: la voglia di mostrarlo!
Aleksey Miranchuk in campo a Clusone nella prima uscita stagionale (Ph: Alberto Mariani)