Achille Ventura compie 80 anni. Nato il 3 luglio 1945. “29.220 giorni che esisto” dice, ma sono anche migliaia i giorni trascorsi al campo Coni, dove da presidente ha guidato l’Atletica Bergamo 1959 in alcune delle stagioni più luminose del sodalizio. Figura centrale nello sport bergamasco, Ventura ha saputo unire visione e passione, educando generazioni di giovani all’atletica e, prima ancora, alla vita. In occasione di questo traguardo importante, lo abbiamo intervistato per ripercorrere insieme i momenti più significativi del suo percorso.
Quali sono i momenti più belli che sente di aver vissuto da presidente?
“Tutti i giorni che andavo al campo, Incoraggiare ragazzi, migliaia e migliaia di ragazzi, è stata sempre la cosa più bella che abbia potuto vivere. Ho avuto la fortuna anche di incontrare i figli dei nostri primi atleti e ultimamente anche i nipoti. La cosa più bella è sempre stata la gioventù, che ho sempre definito la meglio gioventù, che abbiamo avuto la fortuna di portare al campo. Direi che questa è sicuramente la cosa più bella”.
Di quale atleta si sente più orgoglioso?
“Mi sono sempre sentito orgoglioso della classe operaia che va in paradiso. Di quell’atleta che magari non aveva i grandi mezzi, ma per un centesimo, per un centimetro, riusciva a fare il limite. Ce ne sono state tantissimi di questi atleti di cui nessuno parla mai, ma sono quelli che mi hanno veramente più emozionato. Tutti sanno che mi emoziono facilmente. Più volte mi hanno visto piangere per queste cose”.
A chi sente di dovere dire grazie nella sua vita?
“Forse sarà stata la mia testardaggine nel voler essere sempre di aiuto. Sicuramente questo mi è costato tanto, soprattutto nel tempo che ho tolto a mia moglie. Siamo insieme da 60 anni e dovendo dedicare tempo agli altri, lo toglievo a lei. Sicuramente lei è quella a cui devo dire un grazie più profondo. Lei ha sempre saputo di questa mia grande passione. E questa è una delle cose basilare, perché poi non si vive da soli, si vive con gli altri e gli affetti, soprattutto chi scegli per accompagnarti in questo viaggio, sono importanti”.
Cosa rappresenta per lei l’atletica leggera?
“Prima cosa è un virus di cui non è ancora stato trovato l’antidoto. È una cosa che ti prende e hai dentro. Quello che ripeto sempre ai genitori e ai ragazzi è che l’atletica ha qualcosa in più perché permette a tutti di essere protagonisti; è uno sport democratico. L’atletica ti permette di migliorare te stesso, ma permette a tutti di diventare protagonisti nella propria dimensione. Quindi viva l’atletica e forza Atletica Bergamo 1959!”
Achille Ventura sulla pista di atletica a Brusaporto nel giorno del suo ottantesimo compleanno (credits: Atletica Bergamo 1959)