Milano, 9°
Screenshot
Volley 28 Settembre 2025di Federico Errante

Un pezzo di Olimpia Bergamo nell’Italia maschile iridata

Anche l’Italia della pallavolo maschile è campione del mondo. E nel roster azzurro iridato c’è un pezzo di Olimpia Bergamo. I cinque servizi vincenti per il 23-16 nel secondo set con l’Italia già avanti 1-0, hanno avuto il sapore di una copertina. Quella che si è conquistato nuovamente Yuri Romanò. Ed è il “nuovamente” a fare la differenza. L’opposto azzurro aveva fatto accendere i riflettori del mondo nel 2021 “spaccando”, nel vero senso della parola la finale dell’Europeo con la Slovenia per poi zittire, un anno dopo, la Polonia intera per salire sul gradino più alto del podio iridato nel 2022. Oggi, tre anni dopo da quell’apoteosi, eccone servita un’altra. Costruita passando dal ko nella fase a gironi con il Belgio, sconfitta che ha “svegliato” la squadra allenata da Fefè de Giorgi che poi ha cambiato marcia con l’Ucraina ma soprattutto con l’Argentina, con la rivincita con il Belgio fino a prendersi la rivincita sulla Polonia di Wilfredo Leon che aveva avuto la meglio qualche settimana fa in Nations League. La finalissima di Manila nelle Filippine con la giovane e sorprendente Bulgaria 3-1 (25-21 25-17 17-25 25-10), guidata da Aleksandăr Nikolov in campo (il giovane schiacciatore della Lube è salito in cattedra nel terzo parziale) e dal ct Chicco Blengini in panchina, è stata complicata quanto basta. Con una squadra impegnata a rispettare blasone e pronostico e l’altra, a braccio sciolto, vogliosa di scrivere una nuova storia. Quella che ha saputo scrivere Romanò quando, approdato a Bergamo in A2 nella stagione 2018-2019, sulla carta sarebbe dovuto essere il vice del polacco Pawel Adamajtis. Poi i problemi alla schiena del martello straniero, avevano costretto la società rossoblù a tagliarlo e a lanciare la promessa targata Diavoli Rosa Brugherio classe 1997. Coach Alessandro Spanakis lo ha fatto crescere, la diagonale con il palleggiatore Fernando Garnica gli ha permesso di essere servito da un maestro del ruolo e divenire il terminale di una squadra fermata solamente da una super Piacenza sia in finale di Coppa Italia sia in quella per la promozione in A1. Ma Yuri – scelto dalla Lega Pallavolo, cosi come nel 2020, come miglior giovane e quindi vincitore del Premio Badiali – si era già fatto apprezzare abbastanza per finire nel mirino nell’atavicamente ambiziosa Siena (biennio in Toscana), poi debutto in SuperLega a Milano “chiuso” però dal francese Jean Patry e scelta (giusta) di cambiare aria in direzione Piacenza. Una Coppa Italia in biancorosso prima della firma in estate con i russi del Fakel. Un’avventura che il martello nato a Monza farà scattare con un biglietto da visita non da poco, quello di bi-campione del mondo. Che fanno cinque per l’Italia. Mai nessuno come noi. In pochi, molto pochi, come Romanò. 

Yuri Romanò, campione del mondo con gli azzurri di de Giorgi, ha giocato a Bergamo nella stagione 2018-19 (credits: federvolley)