Buoni segnali, se non addirittura ottimi, spazzati via per una volta dalla mera sfortuna. Pecco Bagnaia rinasce a Sepang dopo i dubbi delle ultime settimane sfociati progressivamente in disperazione, ma il Gran Premio della Malesia si conclude ancora una volta nel modo più amaro possibile in un 2025 che per lui continua a rivelarsi stregato. E così, dopo aver dominato la Sprint Race, il piemontese della Ducati conclude la sua domenica con un ritiro. In questo caso, però, la causa è la più iellata possibile: foratura. Il risultato è un podio tutto spagnolo, con Alex Marquez ormai aritmeticamente vicecampione del mondo davanti a tutti e seguito sotto la bandiera a scacchi da Pedro Acosta e dal redivivo Joan Mir. Sorride anche Marco Bezzecchi, che al termine di un weekend difficile si ritrova a +5 in classifica dal rivale per il terzo posto iridato.
Con Marc Marquez ormai certo di aver terminato il suo programma in pista del 2025, l’attenzione dell’intero fine settimana riguardava il suo compagno di squadra e i suoi tentativi di riconquistare la competitività perduta con la Ducati GP25. E in effetti tutti i segnali del sabato erano estremamente positivi, con la pole position prima e il dominio in Sprint Race poi per un Bagnaia che quest’anno solo a Motegi era apparso così tirato a lucido. La domenica racconta una storia diversa, con i danni che appaiono però limitabili fin quasi alla fine. Pecco sceglie la gomma media sull’anteriore, unico tra i big in griglia insieme a Luca Marini, e la scelta si rivela sbagliata. Infilato nelle primissime fasi di corsa da Alex Marquez, il torinese resta comunque in zona e riesce anzi a rintuzzare gli assalti di Acosta che gli rimane negli scarichi per oltre metà gara.
Ci si aspetterebbe che la scelta alternativa della mescola dello pneumatico gli garantisca un finale di giornata più aggressivo rispetto agli avversari, ma così non è. Già al 12° giro Bagnaia inizia a mostrare segni di nervosismo scuotendo visibilmente la testa in rettilineo. E infatti già nel passaggio successivo Acosta riesce non solo a sopravanzarlo, ma a rifilargli immediatamente un secondo di distacco. Almeno il podio sembra conservabile, perché dietro Pecco le battaglie erano state furiose per l’intera gara e alla fine avevano premiato una Honda HRC raramente così competitiva quest’anno. Merito di Mir, capace prima di vincere il lungo ruota a ruota con un altro campione ritrovato come Fabio Quartararo, poi di resistere al recupero di Franco Morbidelli. E alla fine sarà proprio lui a completare il podio quando a tre giri dalla fine la Ducati numero 63 rallenta di colpo, senza un’immediata spiegazione. Che arriva a gara ampiamente finita: sfortunatissima foratura alla posteriore.
A beneficiarne, come detto, è certamente Mir che in questo modo torna sul podio, ma soprattutto Bezzecchi. Il romagnolo, in sella a una Aprilia mai competitiva nel weekend di Sepang, taglia il traguardo in una completamente anonima undicesima posizione dopo aver tentato invano il sorpasso su Brad Binder e averlo invece via via subito dai vari Enea Bastianini (bel settimo posto per lui) e Ai Ogura. Tanto basta però per risorpassare Bagnaia, che lo aveva raggiunto in classifica nel corso del suo magico sabato. Ora il Bez è a quota 291, con Pecco sempre a 286. Ma stavolta quest’ultimo non ha colpe, e non ne ha nemmeno la sua Ducati.
Una fase della corsa sul circuito di Sepang (credits: Ducati Corse)





