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Calcio 26 Ottobre 2025di Fabio Gennari

I tanti pareggi indicano che la Dea può dare di più

Ci sono pareggi e pareggi. Quello di Cremona, al pari di quello contro il Parma, non lascia le stesse sensazioni di quelli conquistati contro la Juventus o il Como, la Lazio o lo Slavia Praga. Per quanto la squadra ha prodotto, per l’atteggiamento e per quello che i nerazzurri hanno creato nei 90 minuti di gioco. Dopo gli 0-0 contro Lazio e Slavia Praga, il pensiero su quanto visto era molto diverso: create occasioni importanti, falliti gol (anche semplici) da fare, ma volume di gioco e motivi per essere insoddisfatti del pareggio presenti in gran numero. A Cremona le cose sono andate diversamente, dallo stadio la percezione è stata la stessa di Parma (vederle dal vivo fa sempre grande differenza) e nonostante le statistiche dicano che l’Atalanta ha fatto più dell’avversario, resta l’amaro in bocca per una gara giocata al piccolo trotto in troppi momenti della contesa. 
Dopo l’intervallo, con un primo tempo tutt’altro che entusiasmante andato agli archivi, l’Atalanta ha creato qualcosa ma non è mai stata tambureggiante e nemmeno ci sono state situazioni in cui è parso di vedere in campo una compagine capace di chiudere l’avversaria in un angolo e costruire minuto dopo minuto la sua vittoria. Certo, Silvestri è stato protagonista in 2-3 circostanze ma nulla di paragonabile alla gara con il Pisa, a quella con il Como, a quella con la Lazio.
Questo cosa significa? Molto semplice: il ritorno, in termini di fiducia e di consapevolezza, non può essere lo stesso di quelle partite in cui l’amaro in bocca ti resta perché non hai vinto, non perché non hai convinto. Il confine è sottile, chiaramente giocano anche gli avversari ma una squadra del livello della Dea può e deve fare di più. Nessuno è contento di vedere la squadra che non riesce a fare di più. E anche il fatto di essere imbattuti, se “farcisci” il cammino con 6 pareggi in 8 partite diventa la classica pagliuzza nell’occhio altrui senza vedere la trave nel proprio. A quota 12 punti, indipendentemente da chi si è affrontato, dopo 8 partite la Dea non può essere soddisfatta: la proiezione è di 57 a fine stagione. Pochi, troppo pochi per andare ancora in Europa. 

Gianluca Scamacca è tornato in campo contro Slavia Praga e Cremona, subentrando a Krstovic (credits: atalanta.it)