Una ventata di basket e pure di alta classifica quella che il bergamasco Mario Fioretti, al primo anno da head coach a Tortona dopo una vita da secondo all’Olimpia Milano, ha portato al Panathlon Club Mario Mangiarotti Bergamo. Una full immersione nella filosofia della palla a spicchi, non per parlare di tecnica quanto di valori e disciplina alla base dell’essere squadra. 52 anni, appena laureato in economia e commercio, non aveva certo in mente di fare l’allenatore di basket, ma ha dato una svolta alla sua vita trascorrendo una stagione a Indiana alla corte di Bobby Knight, il guru dei coach. “La scelta più azzeccata che ho fatto” -dice Mario Fioretti. Arrivato all’Olimpia nel 2003 partendo dal settore giovanile, è arrivato a vincere sei scudetti, quattro Coppe Italia, cinque Supercoppe, più il traguardo della Final Four di Eurolega 2021. In più di 1300 partite in panchina ha lavorato al fianco di Attilio Caja, Lino Lardo, Sasha Djordjevic, Zare Markovski, Piero Bucchi, Dan Peterson, Sergio Scariolo, Luca Banchi, Jasmin Repesa, Simone Pianigiani e Ettore Messina. Ha lavorato anche per la Nazionale, dal 2011 con Pianigiani al 2017 con Messina. Nella serata che lo ha visto ospite del Panathlon, si è presentato da head coach della squadra seconda in classifica in A1, Tortona, che alla prima giornata ha sbancato Olimpia Milano, il club che in estate ha lasciato Milano dopo 22 anni da assistente allenatore. Ha conversato con Marco Luraschi e Claudio Melegoni, spiegando innanzitutto che il basket richiede concentrazione, ovvero – come si usa dire in gergo – essere nella zona. “Nel roster formato da giocatori di diversa provenienza e cultura, la lingua comune non può che essere l’inglese” – ha spiegato Fioretti.
“La mia fortuna è avere giocato, ma poi iniziato ad allenare…. I legami di gioventù restano e si rafforzano…. In vent’anni ci sono stati cambiamenti sotto l’aspetto tecnico-tattico…. Per fare grandi cose ci vuole grande passione…. I giovani giocatori devono avere la giusta disciplina per fare le cose bene…. L’onestà a tutto tondo fa la differenza per essere pienamente credibile”- alcuni suoi passaggi della serata tra panathleti, ospiti di SAPS Agnelli Cooking Lab. Un gradito ritorno a Bergamo, dove i suoi amici hanno fondato anche un Fan Club Mario Fioretti.
Mario Fioretti con Giuseppe Pezzoli, presidente del Panathlon Club Mario Mangiarotti (credits: Pernice Editori)



Photogallery serata con Mario Fioretti al Panathlon Club Mario Mangiarotti (credits: Pernice Editori)





