L’arrivo di Raffaele Palladino all’Atalanta segna l’inizio di un nuovo ciclo che, per caratteristiche e anagrafica, promette di essere longevo. Per il prestigio che la società e la squadra hanno assunto negli anni serve certamente una continuità tecnica che sposi spirito e identità di un ambiente che coniuga la tradizione con la modernità. Lo stile Atalanta è riconoscibile e chi se ne fa interprete è chiamato a rappresentarlo in tutta la sua quintessenza. Si riparte da una situazione con ampi margini di recupero delle posizioni che contano nella classifica di serie A e con un bilancio a metà della fase campionato di Champions che consente di cogliere il traguardo dei successivi playoff.
Raffaele Palladino è un tecnico che crede profondamente nei giovani, aiutandoli a crescere tecnicamente e dando loro l’opportunità di fare emergere le qualità migliori, anche dal punto di vista caratteriale. A Bergamo dovrà riamalgamare un gruppo che, intorno a Juric, ad un certo punto non è apparso più coeso. Ma che conta su giocatori in possesso di qualità tecniche indubbie e capacità atletiche che devono contribuire a fare ritrovare alla squadra meccanismi di velocità, capacità di scambio, gestione delle seconde palle, con cui affermare la propria solidità a tutto campo e la prolificità offensiva. Palladino non si discosta dal modulo con la difesa a tre ed è logico che si debba puntare sulla continuità nell’impostare lo schema di gioco, permettendo ad una rosa già rodata in questa direzione di riacquisire le doti di brillantezza che l’avevano contraddistinta. Palladino ha fatto molto bene a Monza e a Firenze, garantendo ai brianzoli la permanenza in serie A per due stagioni e il ritorno nelle coppe europee dei viola. Nella passata stagione è stato protagonista della rinascita di Kean, permettendo alla Fiorentina di accumulare 65 punti e chiudere al sesto posto, riqualificandosi alla Conference League dopo avere perso in semifinale dal Betis Siviglia. A fine primavera scorsa, dopo l’addio di Gasperini, sembrava lui il predestinato, dopo che il 30 maggio aveva lasciato la società viola e sciolto il contratto biennale, per divergenze interne. Arrivato a Bergamo, potrà programmare la sua terza esperienza su una panchina di serie A, quella che in tanti si augurano possa regalare a lui e all’Atalanta nuovi, prestigiosi traguardi.
Raffaele Palladino, 41 anni, uno dei più giovani allenatori del panorama calcistico (Ph: Alberto Mariani)





