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Volley 11 Novembre 2025di Federica Sorrentino

Tokyo 2025, l’ultima Olimpiade di Ilaria Galbusera

Cinque cerchi, cinque Olimpiadi, un solo filo conduttore: la passione. Con un post social carico di emozione, Ilaria Galbusera ha annunciato che Tokyo 2025 sarà la sua ultima avventura olimpica. Non un addio amaro, ma un saluto pieno di gratitudine, consapevolezza e amore per uno sport che l’ha accompagnata per ventidue anni. Nel suo messaggio traspare la serenità di chi ha dato tutto, di chi guarda avanti senza rimpianti, pronta a chiudere un capitolo importante della propria storia con lo stesso sorriso e la stessa dedizione con cui l’aveva aperto.

Ilaria Galbusera ha raccontato a Zonamista Magazine cosa significhi vivere le Olimpiadi per “l’ultima volta”, e quale eredità desidera lasciare a chi continuerà a scrivere la storia della pallavolo in maglia azzurra.

Tokyo 2025 sarà “un cerchio che si chiude”: come ti stai preparando a vivere questa esperienza sapendo che sarà l’ultima?
“Mi sto preparando con una serenità diversa, più interiore. Non inseguo più solo il risultato, ma l’emozione di ogni istante. So che sarà l’ultima volta che vivrò quell’atmosfera e che indosserò quella maglia in un contesto così unico e voglio assaporarla fino in fondo. È un cerchio che si chiude non con nostalgia, ma con gratitudine per tutto ciò che è stato”.

Hai parlato di “consapevolezza e gratitudine piena”: cosa significa per te oggi indossare la maglia azzurra rispetto alla prima volta?
“La prima volta era un sogno che si avverava, oggi è un dono che riconosco in tutta la sua profondità. All’inizio c’era l’entusiasmo, la voglia di dimostrare, oggi c’è la consapevolezza di rappresentare qualcosa di più grande di me. Ogni volta che indosso l’azzurro, sento il peso e la bellezza di una storia collettiva fatta di sacrificio, orgoglio e passione”.

In questi 22 anni di carriera, quali sono stati i valori o le lezioni più importanti che la pallavolo ti ha insegnato e che vorresti trasmettere alle nuove generazioni?
“Mi ha insegnato che il talento da solo non basta, che la squadra viene sempre prima del singolo e che la disciplina è una forma di amore verso ciò che fai. Ho imparato il valore della resilienza, dell’umiltà nei momenti difficili e della gratitudine anche nelle sconfitte. Alle nuove generazioni vorrei dire di non perdere mai la gioia del gioco e di ricordare che ogni punto, ogni allenamento, ogni caduta costruiscono il proprio cammino. Di godersela fino in fondo, che vincere è bello, ma che perdere non è un fallimento, ma solo una lezione che permette di crescere”.

Dopo Tokyo, come immagini il tuo futuro?
“Non ho certezze, ma sento che continuerò a restare legata a questo mondo, magari in modo diverso. Mi piacerebbe restituire tutto ciò che la pallavolo mi ha dato, trasmettendo esperienze, valori e passione. Voglio dare spazio a nuove sfide, senza paura, con la stessa curiosità con cui tutto è iniziato”.

Ilaria Galbusera, capitano e opposto della Nazionale di pallavolo sorde, partecipa alla sua quinta Olimpiade (credits: Pernice Editori)