Probabile ultima chiamata per Daniel Maldini. L’arrivo in panchina di Raffaele Palladino potrebbe rappresentare l’opportunità di una svolta per il figlio d’arte nella sua esperienza, finora negativa, con l’Atalanta. Acquistato dieci mesi fa per 14 milioni dal Monza, nell’ultimo giorno del mercato invernale, il 24enne rossonero per ora, numeri alla mano, è stato una delusione totale.
Non ha impattato lo scorso campionato nel girone di ritorno con Gasperini, quando era la quarta punta e aveva spazio, non dando nulla tra febbraio e metà maggio quando il suo contributo sarebbe servito, prima di un fiammata clamorosa nelle ultime due di campionato con il gol a Genova e la doppietta nel primo tempo al Parma in due gare che, però, per la Dea valevano solo come amichevoli, con il terzo posto matematicamente conquistato dalla terzultima giornata.
Con il nuovo corso di Ivan Juric, e i problemi estivi di Lookman, l’ex rossonero aveva una strada spianata a inizio di campionato: titolare contro il Pisa e contro il Parma, poi titolare a Parigi al debutto in Champions. Tre prestazioni da dimenticare e sostanzialmente il suo minutaggio dalla notte di Parigi in poi si è azzerato. In totale appena 224 minuti stagionali, ma in campionato ha giocato 136 minuti ad agosto e soltanto 43 da settembre in poi. Zero gol, zero assist, zero impatto. Una situazione che ricorda molto quella vissuta qualche anno prima dal coetaneo Jeremie Boga…
Molti addetti ai lavori fino alla settimana scorsa prevedevano una sua sicura partenza nel mercato invernale, a gennaio, diretto verso una realtà dove avrebbe potuto avere più spazio e già giravano già i nomi di Genoa , Parma o Sassuolo come possibili approdi. Poi il tracollo di Juric, che lo aveva escluso dalle rotazioni, e l’arrivo di Palladino, il tecnico che più di ogni altro lo ha valorizzato nel primo semestre del 2024, trascorso insieme a Monza. Dove Maldini era arrivato tra dubbi e perplessità: in quattro anni di serie A tra Milan, giovanissimo, Spezia e Empoli appena quattro gol. Pochi per un attaccante avviato ai 23 anni. Poi la svolta a Monza: quattro gol con Palladino, ma anche assist, giocate, un ruolo da leader mantenuto poi anche la stagione successiva con Nesta in panchina e altri tre gol, in una squadra però da ultimo posto, mai competitiva. Un buon periodo che gli ha consentito di entrare nel giro azzurro con Spalletti, arrivando persino a giocare da titolare a San Siro, un anno fa, nel big match di Nations League contro la Germania. Da quel momento la crisi, realizzativa e di rendimento. Iniziata nella coda della sua esperienza a Monza e proseguita da febbraio con il trasloco a Bergamo.
Da due mesi il ct Gattuso lo ha escluso dalla lista dei convocati azzurri, preferendo altre punte come gli ex atalantini Cambiaghi, Orsolini e Piccoli, in nerazzurro Juric non lo ha più fatto giocare: ma ora con Palladino l’attaccante milanese potrebbe ritrovare la fiducia smarrita e avere un’occasione di rilancio. Che, però, dovrà prendere al volo.
Daniel Maldini nel giorno della doppietta segnata al Parma (Ph: Alberto Mariani)





