Mattia Caldara, trentunenne difensore bergamasco, ha annunciato il suo ritiro dal mondo del calcio, affidando le sue parole a una lunga e toccante lettera pubblicata sul portale web di Gianluca Di Marzio. Un addio sincero e doloroso, scritto con l’onestà di chi ha combattuto fino all’ultimo contro un corpo che non gli permetteva più di inseguire quel sogno iniziato da bambino. Fin dalle prime righe, il tono è quello di un uomo che ha finalmente trovato il coraggio di pronunciare ciò che aveva cercato di respingere: “Un foglio bianco, una penna. Chiudo gli occhi, butto fuori l’aria. Li riapro, è arrivato il momento. Caro calcio, io ti saluto. Ho deciso di smettere”. La svolta è arrivata lo scorso luglio, quando uno specialista gli ha comunicato una verità impossibile da ignorare: “Mattia non hai più la cartilagine della caviglia. Se continui tra qualche anno dovremo metterti una protesi”. Parole che hanno segnato, come lui stesso ammette, il punto di non ritorno: “Il mio corpo mi aveva tradito. Questa volta, forse, in modo definitivo”. Nella lettera, Caldara ripercorre anche gli anni più duri della sua carriera, quelli segnati da infortuni, crolli emotivi e tentativi di rinascita. Un percorso in cui la sofferenza mentale ha preso spesso il sopravvento: “Questa rincorsa a un’illusione mi ha logorato… volevo essere semplicemente quello che ero stato. Quel sogno si era trasformato in un’utopia”. Il difensore racconta senza filtri la caduta, fino alla consapevolezza che fermarsi non significava fallire, ma salvarsi: “Ho deciso di lasciare andare. Non per dimenticare. Ho deciso di lasciare andare per riprendere in mano la mia vita”. E oggi, Mattia Caldara scrive le parole che chiudono per sempre il capitolo del calcio giocato: “Ciao calcio, sono pronto a salutarti… Mi sento più leggero. Mi sento libero di essere me stesso, finalmente”. Il sipario si chiude così su una carriera che avrebbe meritato un destino diverso. Ma si apre, allo stesso tempo, su una nuova vita nella quale Mattia non avrà rimpianti, senza più quel peso addosso che lo ha accompagnato. In campo ora, come scrive lui stesso, “c’è Mattia”. E forse, è davvero questo il traguardo più importante raggiunto.
Classe 1994, di Scanzorosciate, Mattia Caldara era un predestinato nel panorama calcistico nazionale, un talento al quale solo una catena di infortuni ha negato una carriera ai vertici. Ma anche un giovane rimasto fortemente legato alle sue origini e alla sua terra. Nel 2004 è entrato nel vivaio dell’Atalanta dove è cresciuto fino all’esordio in serie A dieci anni dopo nel secondo tempo della partita Catania-Atalanta 2-1. Le successive due stagioni le ha giocate in serie B, prima al Trapani (dove anni dopo avrebbe fatto esperienza tra i pali Marco Carnesecchi) e poi al Cesena, segnando cinque volte nel biennio cadetto. Con il ritorno a Bergamo ha potuto mettersi in evidenza ottenendo la fiducia di Gasperini che lo ha schierato titolare nella partita giocata con il Napoli il 2 ottobre 2026 e vinta per 1-0 che diede inizio alla cavalcata dell’Atalanta verso la qualificazione alla Europa League. La sua prima felice annata completa in serie A gli ha fatto meritare le attenzioni della Juventus che ne ha acquisito il cartellino lasciandolo ancora in prestito all’Atalanta per un anno. Nella seconda stagione a Bergamo, Mattia Caldara non solo si è confermato solido e affidabile difensore, ma ha segnato pure 7 reti, tra cui la doppietta con cui l’Atalanta vinse a Napoli il 25 febbraio 2018. Venne accolto da eroe, insieme alla squadra, al rientro di notte a Bergamo. In quell’anno ha vissuto la gioia del debutto in Nazionale, prima di passare al Milan anziché alla Juventus, che preferì riprendersi Bonucci dai rossoneri. Perseguitato dagli infortuni, nel gennaio 2020 ha fatto ritorno a Bergamo debuttando in Champions League nella partita giocata a San Siro il 19 febbraio 2020 con il Valencia e vinta 4-1. L’anno successivo appena 6 apparizioni in campionato, 2 in Coppa Italia e una presenza in Champions League. Il resto della carriera si è sviluppata in serie B, intervallato da un ritorno al Milan due stagioni fa quando è sceso in campo solo all’ultima giornata di campionato. Dopo l’anno a Modena e i mesi da svincolato, la decisione di ritirarsi dal calcio professionistico a 31 anni.
Mattia Caldara con la maglia dell’Atalanta nella stagione 2020-21 (credits: atalanta.it)





