“Il dogma dell’Atalanta deve essere l’intensità. Su tutti i campi voglio vedere una squadra coraggiosa, che sappia comandare nelle partite”. Si presenta così Raffaele Palladino, nuovo allenatore dell’Atalanta, con a fianco l’amministratore delegato Luca Percassi, che ne tessa le lodi per come ha approcciato i rapporti con la squadra e la società. “Sono felice. Non è una frase banale o scontata, ma sono felice di essere in una così grande società. Insieme al mio staff daremo il massimo. Ringrazio tutti per questa opportunità che mi è stata data. Sono orgoglioso di rappresentare l’Atalanta” ha aggiunto il mister. Palladino ha già avuto modo di conoscere i pochi giocatori presenti a Zingonia, ma ha detto di aver raggiunto telefonicamente i 14 impegnati nelle rispettive nazionali. Una prima settimana a ranghi ridotti, ma da giovedì, a 48 ore dalla trasferta di Napoli, saranno tutti rientrati. “C’è tanto da lavorare e c’è poco tempo, ma dobbiamo ottenere il massimo. Sono felice di aver trovato un gruppo ricco di valori umani e tecnici su cui lavorare”. Il suo intento è battere tanto sul dna dell’Atalanta: intensità, filosofia del lavoro, concretezza, sacrificio; elementi che hanno sempre contraddistinto la società e i giocatori.
“Aspettavo l’Atalanta che per me è un top club. Quando ho ricevuto la chiamata, abbiamo capito subito che siamo sulla stessa lunghezza d’onda e abbiamo gli stessi obiettivi”. Non è mancato un saluto a Ivan Juric, con cui Palladino ha condiviso lo spogliatoio da calciatori ed è stato anche suo allenatore. “Ho trovato la squadra in buona condizione fisica e ciò significa che è stato fatto un buon lavoro da cui ripartire. Per i concetti di gioco, ogni allenatore ha le proprie idee e cercherò di inserire ciò che ritengo giusto per questa squadra. La cosa che mi lascia tranquillo è un gruppo che ha voglia di lavorare, con grande dedizione e partecipazione. Ci deve essere anche una voglia di rivalsa dentro il gruppo perché l’Atalanta non merita questa posizione di classica, ma bisogna dimostrarlo sul campo”. L’Atalanta è attesa da 4 importanti impegni in 10 giorni: Napoli, il debutto di Palladino in Champions, il match casalingo con la Fiorentina e l’appuntamento infrasettimanale di Coppa Italia. Il mister si è detto attento nel guardare ogni tassello su cui è necessario lavorare. “Per quanto riguarda le partite, a me interessa la prima, quella contro il Napoli. Dobbiamo dare il massimo in tutte le competizioni. Abbiamo una rosa competitiva e ampia, e sono convinto che tutti possono giocare, ma dipende da ciò che ognuno dimostra tutti i giorni in allenamento. Non esistono titolari e riserve”. Palladino esprime fiducia nei confronti di Gianluca Scamacca, rientrato dalla Nazionale con grande voglia. “È un giocatore che mi piace molto. Credo tanto in lui e in tutti quanti gli attaccanti. Con Krstovic c’è competizione, ma Gianluca ha grandi potenzialità e caratteristiche specifiche, come Krstovic. Deve solo capire che negli allenamenti deve andare forte e sono sicuro che le sue grandi qualità verranno fuori. I gol sono una conseguenza delle prestazioni”.
Raffaele Palladino ha un obiettivo ben preciso per la sua Atalanta: stare in Europa. “È stato fatto qualcosa di straordinario in questi ultimi anni. Il nostro obiettivo è quello, perché la rosa è forte, la società ha fatto grandi acquisti. Adesso testa bassa e pedalare. Deve essere questa la nostra mentalità”. “Mi porto dietro un bagaglio tecnico di esperienza importante – ha proseguito -. Monza e Firenze sono stati anni formativi. Per me l’Atalanta è un orgoglio e motivo di grande soddisfazione. Io e la squadra dobbiamo dimostrare che indossare questa maglia deve essere sacrificio. Dobbiamo portare i nostri tifosi a provare forte entusiasmo. Lo spirito della squadra deve rispecchiare lo spirito dei bergamaschi”. Palladino ha sottolineato l’importanza dell’empatia con i giocatori. La prima settimana è servita a conoscerli e creare relazioni. “Abbiamo iniziato a fissare concetti e principi. Ho visto grande partecipazione e questo mi è piaciuto molto”. Il mister ha dichiarato di non essere integralista, ma aperto a capire le caratteristiche dei calciatori, cercando di ottenere il massimo da ognuno di loro. “Il 3-4-2-1 è il modulo in cui credo tanto e mi piace di più. All’occorrenza anche 3-4-1-2. Questa squadra conosce bene questo sistema di gioco e conosce le caratteristiche giuste”. Lookman e Maldini? “Io punto su tutti. Ho 22 calciatori di movimento, non mi posso permettere di fare a meno di nessuno. Va in campo chi merita e poi sono le partite a dare la risposta”.
Riferimento anche all’ex mister della Dea, Gian Piero Gasperini: “non ho avuto l’opportunità di sentirlo. Lui per me è stato un maestro. Qui è stato unico in quello che ha fatto insieme alla società, ha fatto qualcosa di indelebile, ma bisogna guardare avanti”. Palladino sorpreso dalla vicinanza quotidiana della società: “È qualcosa di unico che crea anche un legame familiare. Dobbiamo portare avanti questo rapporto, che è molto importante. Insieme siamo tutti più forti”. Finora sono mancati i gol. “Voglio che i quinti vadano a chiudere di più l’azione, che si vada a riempire di più l’area. Poi tocca a me mettere in condizione la squadra di segnare di più”. Il calcio come un puzzle? “Il primo pezzo difendere e attaccare tutti insieme. Mi interessa vedere una squadra solida, consapevole dei propri mezzi. Affrontiamo i campioni d’Italia, ma la nostra mentalità deve essere giocarcela con tutti”. Tra i collaboratori di Palladino c’è l’ex atalantino Federico Peluso, che si è detto entusiasta di tornare a Bergamo. “Ha dato tanto a questa società e mi ha spiegato come si lavora in questa società e aveva ragione. Voglio che la squadra rispecchi il dna dei bergamaschi”. Un inciso sui giovani: “Qui ci sono calciatori di grande prospettiva. Sì può fare un grande lavoro. Quello che faccio è farli crescere, cercare di migliorarli individualmente”.
Mister Raffaele Palladino tra l’ad Luca Percassi e il ds Tony D’Amico (credits: atalanta.it)





