Fare sport, ma farlo con il cuore. Può essere riassunta con questo slogan la serata che Università e Cus Bergamo hanno dedicato alle premiazioni di 42 talenti che si sono distinti, a livello nazionale e internazionale, nelle discipline sportive praticate negli impianti messi a disposizione dall’Ateneo. La cerimonia, svoltasi nella Sala Castoldi della sede universitaria di Sant’Agostino, ha avuto il suo incipit nell’intervento della dott.ssa Francesca Raimondi, Direttore della Cardiologia 2 – Cardiopatie congenite dell’ASST Papa Giovanni XXIII, con a fianco Marten de Roon, capitano dell’Atalanta Bergamasca Calcio, per introdurre il progetto dedicato alla cardiologia pediatrica dell’ospedale. Trasferitasi da Parigi a uno dei centri di eccellenza in questo ramo, Francesca Raimondi ha ricondotto la sua passione per il cuore dei bambini al precursore degli studi sulle cardiopatie pediatriche, il prof. Lucio Parenzan, che agli inizi degli anni ‘60 ha aperto la nuova frontiera a livello clinico e interventistico. “Sebbene la mia strada non si sia incrociata con quella di Parenzan, posso dire con certezza che lui ha avuto il grande merito di buttare letteralmente il cuore oltre l’ostacolo. Nella ricerca medica, e in particolare nelle patologie cardiache, bisogna andare oltre i limiti, proprio come un atleta” – ha detto rivolta alla platea composta da atleti giovani e giovanissimi e dai familiari – I bambini operati al cuore sono oggi esclusi dall’attività sportiva, secondo regole che non ci vedono d’accordo come cardiologi. I bambini cardiopatici non solo vanno curati, ma dobbiamo garantire loro una qualità di vita. La nostra unità cardiologica è tutt’uno con il Centro di Medicina dello Sport dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII, unica struttura sanitaria della Lombardia che certifica tutti i pazienti trapiantati e cardiopatici operati. Vogliamo includere nello sport i bambini che hanno avuto necessità di sottoporsi a cure, come pure subire un intervento”. Un progetto di cui si è detto convinto Marten de Roon, coinvolto come testimonial da Pernice Comunicazione che firma la campagna di sensibilizzazione attraverso i social media, con un video in cui lo stesso calciatore, la dottoressa Raimondi e alcuni bambini fanno il gesto del cuore incrociando indice e pollice. “Sono stato colpito dall’importanza del progetto – ha detto de Roon – Quando mi è stato presentato, abbiamo parlato anche di quanto fondamentale sia la prevenzione. E ho capito che con la mia testimonianza potevo essere di supporto agli obiettivi che si vogliono raggiungere”. Quella diretta dalla dott.ssa Francesca Raimondi ha l’unicità di occuparsi di cardiopatie congenite e medicina sportiva dall’età pediatrica all’età adulta. Un’assoluta avanguardia per tracciare un protocollo di apertura dei pazienti pediatrici alla sana e qualitativa pratica sportiva. E l’Università se n’è fatta interprete proprio di fronte a una rappresentanza dei 9.200 tesserati al CUS Bergamo, che – come ha ricordato il prof. Francesco Lo Monaco, Delegato del Rettore alle attività sportive e relazioni con il CUS – sono in maggioranza giovani del territorio non universitari. Un impegno e una partecipazione all’insegna dei valori, come hanno sottolineato Claudio Bolandrini, Consigliere delegato allo Sport della Provincia di Bergamo, e Patrick Lardo, Presidente del Consiglio Comunale di Dalmine, che ospita la gran parte degli impianti per la pratica agonistica e il 3 febbraio vedrà transitare la fiamma olimpica di Milano Cortina.
La dott. Francesca Raimondi, Direttore della Cardiologia 2 – Cardiopatie congenite dell’ASST Papa Giovanni XXIII, con Marten de Roon, capitano dell’Atalanta Bergamasca Calcio (credits: Pernice Editori)



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