Dunque ci siamo. Domenica si decide il campionato di Formula 1, di nuovo nell’ultimo Gran Premio dell’anno come non avveniva dal 2021. Anzi: con un quadro di possibilità, possibili colpi di scena, imprevisti e implicazioni decisamente più complesso rispetto ad allora. Si direbbe che il Circus non potesse augurarsi nulla di meglio, dato che quel testa a testa coincise con il più netto e riconoscibile boost di popolarità per l’intera disciplina, perfetto per la serie che lo raccontava su Netflix. Ma il modo in cui si è giunti alla finale resa dei conti tra Lando Norris, Max Verstappen e Oscar Piastri porta con sé una lunga coda di controversie e polemiche. Sullo sfondo della gara di Abu Dhabi ci sono poi Kimi Antonelli, dopo una settimana di attacchi pesantissimi e ingiustificati, e una Ferrari che ormai ha tolto la maschera: alla rabbia e poi lo sconforto ha definitivamente lasciato spazio un altro sentimento. Quello della resa.
Partiamo da un dato sportivo: il più importante. Norris guida la classifica con 12 punti di vantaggio su Verstappen e 16 su Piastri. Questo significa che per conquistare l’iride dovrebbe portare a casa almeno un podio, ma basterebbero anche quarto o quinto posto se non arrivasse una vittoria dell’olandese. Con un risultato peggiore, le combinazioni si moltiplicherebbero. È proprio ciò che spera il portacolori Red Bull, che per laurearsi pentacampione può permettersi anche un secondo o terzo posto purché Lando si classifichi, rispettivamente, dal settimo e dal nono posto in giù. In entrambi i casi non dovrebbe però verificarsi un trionfo ad Abu Dhabi dell’altra McLaren, che pure ha dominato la prima metà del 2025. L’australiano sarebbe campione arrivando primo e con il compagno sesto o peggio (indipendentemente dalla posizione di Max). In caso di seconda posizione, invece, Oscar deve sperare di vedere la numero 1 concludere la gara al massimo quarta, e la numero 4 decima.
Una domenica con la calcolatrice in mano, quindi, e non su un circuito qualunque. Abu Dhabi fu teatro nel 2010 addirittura di una battaglia a quattro per il titolo, ma le caratteristiche di un circuito che non agevola i sorpassi in pista permise a Vettel di beffare sia Webber che Alonso prendendosi il mondiale. In quel caso vinse clamorosamente il terzo in classifica, precedente che potrebbe far sorridere e sperare Piastri. Ma servirebbe una gara ricca di colpi di scena, e con un acume tattico che recentemente la McLaren non ha dimostrato. Nel frattempo il tracciato di Yas Marina è cambiato, dando la sensazione di permettere più attacchi da parte dei piloti (si pensi proprio al 2021 e al duello che premiò Verstappen a discapito di Hamilton). Le difficoltà mostrate in queste settimane dal DRS, alla sua ultima apparizione proprio domenica, non preannunciano però nulla di buono.
Norris spera quindi di ripercorrere le orme del connazionale Graham Hill, curiosamente l’ultimo pilota della storia a far suo un «triello» mondiale iniziato da leader del campionato. Da allora, e cioè dal 1968, l’ha sempre spuntata chi inseguiva. E se nella posizione di Piastri, oltre a Vettel nel 2010, si trovò anche l’indimenticabile Kimi Raikkonen del 2007 (e ad oggi quello resta l’ultimo mondiale piloti della Ferrari), chi può davvero sogghignare è proprio Max Verstappen. Il primo inseguitore si è infatti già laureato campione nel 1981 (Piquet su Reutemann), 1983 (Piquet su Prost) e 1986 (Prost su Mansell). E ricordiamo che l’attuale compagna dell’olandese, curiosamente, è proprio la figlia di Nelson Piquet.
Dalla sua parte, Verstappen ha la calma di chi sa di trovarsi in una posizione dalla quale può solo guadagnare: «Sono orgoglioso per come abbiamo reagito quest’anno, visto che la Red Bull non è sempre stata al top. Fino alla fine proveremo a divertirci». Decisamente maggiore la tensione in casa McLaren, sebbene Piastri abbia provato a stemperarla: «Correremo con l’approccio di ogni weekend. Ci vogliamo preparare al meglio, come sempre, anche se l’adrenalina sarà ovviamente maggiore. Non siamo sempre stati perfetti, ma anche io ho commesso errori lungo l’anno». E Piastri: «Ci sono gare che vorrei poter rivivere, ma credo che il team pensi lo stesso». Sulla possibilità che la McLaren chieda ai due di cooperare, infine, ecco una crepa: l’inglese, ovviamente, spera di ricevere un aiuto del compagno, che ha fatto intendere di augurarsi non ce ne sia bisogno.
Del resto se Norris può accontentarsi anche di un terzo podio, la ragione è in parte anche nel sorpasso ottenuto nel finale del Gran Premio del Qatar su Kimi Antonelli. Che, all’arrivo ad Abu Dhabi, è stato chiaro: «Mai mi scanserei per favorire qualcuno. C’è chi lo ha pensato, e questo mi ha fatto male. Ma la cosa più importante è che sia lui che Verstappen mi hanno scritto. La Red Bull si è anche scusata, bel gesto da parte loro». Altrettanto diretti i piloti Ferrari, sulle briciole raccolte dalla SF-25 negli ultimi mesi. «Ero d’accordo con Vasseur sullo stop allo sviluppo. Non abbiamo mai lottato per il campionato, quindi la sua decisione è stata giusta», ha affermato Hamilton. «Già dopo la quarta gara abbiamo iniziato a pensare al 2026, ma io e la squadra abbiamo sempre spinto al massimo. Amo la Ferrari, e spero che l’anno prossimo vada meglio», è stata la linea di Leclerc. La cosa più importante, ora, è che l’agonia 2025 sta per finire.
La squadra McLaren con i piloti Lando Norris e Oscar Piastri ad Abu Dhabi (credits: McLaren)





