Remco Evenepoel ha dominato la gara in linea del mondiale australiano, ma Lorenzo Rota è stato a un passo dal regalarsi il podio iridato. Il 27enne bergamasco è entrato nel vivo della corsa quando mancavano due giri alla conclusione, con Evenepoel in fuga solitaria e imprendibile e lui nel gruppo di quattro corridori all’inseguimento. Rota, Skjelmose, Schmid e Lutsenko avrebbero dovuto giocarci argento e bronzo, invece ai mille metri dal traguardo sono rimasti a guardarsi permettendo agli altri concorrenti di rinvenire e sopravanzarli.
L’azione solitaria a circa 27 chilometri dal traguardo, regala a Evenepole la prima maglia iridata della sua ancora breve, ma già ricca di soddisfazioni, carriera da professionista.
La prima Italia di Daniele Bennati ad un Mondiale non sfigura al cospetto dei grandi campioni in gara. Matteo Trentin, il capitano coraggioso di questo gruppo di ragazzi, coglie un quinto posto che, per come erano andate le cose, stupisce lui prima di tutti. Appena tagliato il traguardo abbraccia Lorenzo Rota, autore di una corsa coraggiosa e d’attacco, che ha visto svanire la possibilità della volata per il podio a pochi metri dal traguardo. Lui, Samuele Battistella e Nicola Conci sono gli eroi di giornata della nostra Nazionale, colorando di azzurro i vari gruppi di testa lungo tutte le sei ore di gara. Quando la corsa entra nel vivo, Lorenzo Rota è il più lesto a rispondere a Evenepoel e Lutsenko. Ed è sempore lui che organizza e anima l’inseguimento che riporta Schmid, Eenkhoorn e Jensen sul kazako, a sua volta staccato dal belga. I cinque però, come detto, al momento della volata, si guardano troppo e vengono risucchiati dal gruppone lanciato, a poche centinaia di metri dal traguardo.
Concente la delusione per il 27enne bergamasco, che non riesce a rispondere neanche ai complimenti dei compagni, a cominciare da quelli del capitano, il quale, a sua volta, esclama: “Ho fatto quinto, incredibile… non ci posso credere per come si era messa la corsa!”. Poi a freddo, spiega: “E’ un quinto posto che non mi soddisfa. Avevo le gambe per fare podio. Siamo rimasti imbrigliati in tatticismi di altre squadre che francamente non mi spiego. Resta però la grande impresa di Remco; penso che da anni non si vedeva qualcosa di simile in un mondiale. Sono convinto che se anche la gara avesse preso un’altra piega, il belga si sarebbe inventato qualcosa. Quindi complimenti a lui”.
Il CT Daniele Bennati prova a stilare un primo bilanco: “E’ un bilancio sicuramente positivo per l’atteggiamento dimostrato. Purtroppo c’è il rammarico per il poco che abbiamo raccolto in rapporto a quanto seminato. Avevamo la possibilità di vincere due medaglie, con Rota prima e con Trentin poi. L’azione di Lorenzo è scemata per troppo attendismo del gruppo dei fuggitivi; sono situazioni di corsa difficili da interpretare, soprattutto in quei frangenti. C’è rammarico perché il podio era alla nostra portata e la gara l’ha dimostrato. Ci sarà tempo per un’analisi più approfondita. Si può sempre trovare l’errore in una corsa di oltre 260 chilometri: con calma, questa sera, analizzeremo la gara con i ragazzi e potremo avere un quadro più complessivo di questo mondiale.”
L’espressione di Lorenzo Rota a fine corsa, perplesso per l’occasione mancata (credits: federciclismo)