Se ti manca il trio Reati-Lupusor-Sacchetti, leadership, peso ed esperienza, le illusioni stanno a zero. Nemmeno se Adam Sollazzo sostiene un terzo del peso offensivo della Blu Basket Treviglio, un sesto scarso dei rimbalzi (6 su 34) e un quinto (3) degli assist. Risultato, il ventello di gap sofferto al PalaCarnera (79-59; 21-12, 24-18, 13-14, 21-15) da una rotazione profonda, tecnica, fisica, dallo starting five altissimo e soprattutto in cima al Girone Verde di A2. La creatura di Michele Carrea, reduce dal trittico di bottini pieni Torino-Cantù-Piacenza Assigeco, deve rassegnarsi alla quinta sconfitta su quindici turni che la lasciano a meno 4 dalla vetta.
L’italoamericano, 19 a referto, ha tenuto in piedi per modo di dire un quintetto spesso con quattro esterni che ha fatto soffrire a Langston (8+7) la solitudine nell’area presidiata dai 212 centimetri di Pellegrino (13+11): 7/15 dal campo per lui con 5/7 nel tiro pesante, 21/62 di squadra (7/27), 33,9 per cento cui ha contribuito in negativo l’1/13 di un Miaschi mai in partita. Fatale l’essersi fatti imporre i ritmi dai vari Cappelletti (13) e Lacey (20, Ebeling 2 e Antonutti 4; Mussini 7, Pieri 2, Esposito 9+8, Italiano e Walters 2), con Giuri, missile del primo stacchettino pesante sul 21-12, a fare il regista-bis (5 punti e 6 smazzate) completando un backcourt imprendibile per la strana coppia di play Rodriguez-Venuto: 7 (5 assist) l’uno e 4 l’altro, il cambio Bogliardi 6.
Da salvare D’Almeida (6+4), sballottato tra post alto e pivot più il 2002 Soma Abati Tourè (6 senza sbagliare in 11′) che solitamente scalda la panchina. L’italodominicano respinge con tre liberi il primo assalto dell’Old Wild West alla diligenza sul 9-4, il canestro pesante della guardia USA altrui trova la risposta dell’innesto di gennaio (18-12) che al terzo successo dalla distanza riduce lo svantaggio fino al 23-18. Cappelletti e Antonutti sono poi liberi di attaccare il ferro per il 38-23 a un tris da metà match. Il servizio in transizione dietro la schiena del 2000 genovese per l’unico centro targato Gruppo Mascio segna il debole riavvicinamento (46-35) al rientro dal tunnel, ma subito dopo si regala a Mussini uno dei troppi tiri aperti dopo due extra pass, l’immagine di una squadra impossibilitata a difendersi. Nell’ultima passerella, il 64-52 sulle ali dei dispari Sollazzo-Bogliardi a un ottovolante dai titoli di coda è in realtà il preludio a una resa incondizionata. Prossimamente, ospite al PalaFacchetti, fin qui intonso col suo 7 su 7, l’Urania Milano, una delle sole tre trasferte vinte insieme a Biella e a Torino.
Nella foto: Sollazzo durante il match giocato a Udine (credits: ufficio stampa Blu Basket)