I 75 minuti giocati in due partite contro Albania e Austria da Giorgio Scalvini sono una delle indicazioni più importanti arrivate per l’Italia di Mancini. Il classe 2003 cresciuto nel vivaio dell’Atalanta, che attualmente gioca con la formazione di Gasperini, si è ben disimpegnato; certamente tra gli osservati speciali del ct azzurro c’era anche lui e le risposte che sono arrivate sono importanti sia per il presente che per il futuro. Al netto del giovanissimo talento dell’Udinese, Pafundi, il protagonista giovane di questi 180 minuti amichevoli disputati dalla Nazionale tra Albania e Austria è senza dubbio il nerazzurro e il prossimo corso dell’Italia passa da Scalvini e da tutti gli altri giovani che sono stati provati. A ben guardare, trovare motivi d’interesse in queste sfide è complicato ma è l’unico modo per non farsi divorare dalla delusione di non essere al Mondiale. Diciamocelo chiaramente: è clamoroso che l’Italia Campione d’Europa si trovi a giocare una garetta amichevole a Vienna invece che stare in ritiro a Doha. E ieri sera è stata la prima volta che l’Italia ha giocato in amichevole con un Mondiale già iniziato.
Visto che indietro non si può tornare, questo mese di partite in terra d’Arabia devono essere un monito importante per il futuro. Mancini sta cercando di ricostruire un nuovo gruppo, è evidente che a parte gli infortuni ci siano ruoli parecchio scoperti ma è necessario trovare soluzioni. Alle spalle di Immobile, ad esempio, non c’è un altro centravanti in grado di sostenere da solo il peso dell’attacco azzurro. Certo, Scamacca è un giocatore importante ma, ad oggi, non ha ancora convinto con la Nazionale e poi ci sono giocatori come Raspadori e Gnonto che possono giocare in quel ruolo ma con altre caratteristiche.
Alla Nazionale di Mancini, in questo momento, mancano diversi elementi e altri stanno tornando in forma (vedi Chiesa), si parla molto del modulo (3-4-3 o 3-5-2) ma a mancare è soprattutto il tempo. Contro l’Austria s’è perso per errori banali individuali (Verratti, in occasione del primo gol, si fa soffiare una palla incredibile) ma quando il ct dice che si provano anche nuove soluzioni con il rischio che qualcosa non vada per il verso giusto, ha ragione. L’Italia è spesso un impiccio nel calendario delle squadre di club, in generale il tempo che viene riservato alle varie Nazionali a livello di UEFA e FIFA quando si programmano le stagioni è sempre troppo poco. Impossibile allenare e costruire, doveroso gestire e cercare di sfruttare i momenti buoni di questo o quel giocatore.
L’Italia di Mancini è un bel progetto ma ha bisogno di giocare, sbagliare e provare prima di riuscire a fare qualcosa di grande. La mancanza del Mondiale è pesante ma è giusto guardare avanti con fiducia. Scalvini e gli altri “ragazzi terribili” meritano grande fiducia: siamo pur sempre i Campioni d’Europa, polli a non essersi qualificati per il Qatar ma capaci anche di grandi imprese. Tra Nations League e tutto il resto bisogna tornare a dimostrarlo sul campo.
Giorgio Scalvini nel prepartita a Vienna (credits: figc.it/mediagallery)