Nell’auditorium di Confindustria presso Kilometro Rosso è stata svelata la tappa numero 15 del Giro d’Italia 2023 (edizione numero 106, dal 6 al 28 maggio con arrivo a Roma), la Seregno-Bergamo. Grazie al consueto lavoro di Promoeventi Sport, il nostro territorio riabbraccia – dopo quattro anni – la corsa in rosa. Il grande giorno sarà il 21 maggio e dei 195 km totali (con nientemeno che quattro Gran premi della montagna) se ne vivranno 170 in terra orobica. Una vetrina unica nel suo genere capace di attrarre in maniera eccezionale appassionati e gente comune “richiamata” da un fascino senza tempo di una corsa capace di regalare sempre emozioni forti.
“Una tappa fantastica – ha esordito il Presidente di Promoeventi Giovanni Bettineschi che ha ricordato, commosso, anche Dario Acquaroli scomparso a Pasqua -. Un impegno che, con il Comune e la Provincia avevamo preso due anni fa per onorare il fatto d’essere Capitale della Cultura. Poi con Rcs c’è un rapporto consolidato perciò è stato piuttosto semplice trovare la quadra”. Dopo l’intervento di Monica Santini, Presidente di Servizi Confindustria Bergamo (“Bergamo ha una filiera molto estesa nel ciclismo perciò era giusto fare della nostra sede la location della presentazione”), il sindaco Giorgio Gori ha posto l’accento su quella che sarà “una festa popolare”: “L’arrivo di un autentico tappone – ha sottolineato – accenderà l’entusiasmo di migliaia di persone. Il ciclismo è un grande strumento di comunicazione perché racconta i territori come pochi altri. Ma racconta anche la nostra cultura, del lavoro e della fatica”. A fianco dell’amministrazione, come detto, anche la Provincia nella persona di Giorgia Gandossi: “Non potevamo tirarci indietro. E’un evento che garantisce visibilità ai comuni e ai territori in un grande connubio tra sport e cultura in un anno del genere”. A completare il “concerto” politico, la Regione con l’Assessore Paolo Franco (“Senza Giovanni Bettineschi il Giro non arriva. La responsabilità è tutta sulle sue spalle e ci giochiamo anche il futuro delle prossime edizioni”) e con il Sottosegretario allo Sport Lara Magoni: “Il ciclismo è iconico, rappresenta salite, discese e paesaggi che ci appartengono. Anche stavolta abbiamo voluto fare la nostra parte per un qualcosa che fa battere il cuore per tanti chilometri. Anzi, ora insieme ad Rcs sarebbe ora di proporre un altro appuntamento che coinvolga ancor di più la Bergamasca”. In mezzo a tanti campioni “nostrani”, da Vanotti a Guerini da Lanfranchi a Brignoli, co-conduttore a fianco della giornalista Simona Befani, il “Falco” Paolo Savoldelli (due Giri in bacheca, 2002 e 2005), abituato a dare del “tu” alle telecamere anche grazie alle tante esperienze maturate una volta sceso dalla bicicletta: “Quando ero piccolo – ha sorriso – il Giro non passava mai dalle nostre strade. Da quando è scesa in campo Promoeventi invece accade ogni 3-4 anni. Sarebbe anche ora di far arrivare una tappa conclusiva…”. Lasciando da parte i sogni, il Direttore del Giro Mauro Vegni si focalizza su ciò che sarà l’edizione 2023: “Emblematico – ha rilevato – far passare una tappa la domenica, quando lo share vive i suoi picchi. Saremo in oltre 200 Paesi nel mondo. Inoltre il percorso è un continuo saliscendi, ricco di salite e si avvicina molto al Giro di Lombardia. Detto degli interventi di Fabio Belingheri (segretario Promoeventi), Stefano Pedrinazzi (Fci Lombardia) e del Comandante della Polizia Stradale di Bergamo Mirella Pontiggia, scelta per il secondo anno per coordinare tutte le operazioni di sicurezza (“Siamo un esercito viaggiante”) oltre che del finale in musica con il brano “Viene giù il Gleno”, per ricordare il centenario della tragedia scritto ed interpretato da Giorgio Cordini ed Enrico Bollero con Omar Pedrini e Cristina Donà, un capitolo a parte per Felice Gimondi. Il mitico ed indelebile “Gim”, infatti, è stato celebrato in modo “artistico”. Per l’occasione è stata svelata un’opera di Emiliano Facchinetti, ideata dal compianto cavalier Domenico Bosatelli e da Gianpaolo Sana. Questo l’ideale “applauso” della figlia Norma: “Non è solo per il Tour del 65, per i tre Giri o per la Vuelta. La mia famiglia ed io continuiamo a ricevere attestati. Questa è l’impronta che ha lasciato papà a noi e agli amici, i valori che ha trasmesso come atleta e come uomo. Una riprova ne è l’insistenza con cui il Cav. Bosatelli ha voluto che quest’opera venisse realizzata”. Perché ciclismo, Bergamo e Gimondi sono tre termini inscindibili che non possono essere visti su piani differenti. Men che meno in circostanze di tale significato e prestigio.
Norma Gimondi e Mirella Pontiggia, comandante Polstrada Bergamo, con l’opera ideata dal cav. Domenico Bosatelli e da Gianpaolo Sana per omaggiare Felice Gimondi, che sarà esposta in occasione dell’arrivo di tappa del Giro d’Italia il 21 maggio