Quel rigore di Cori al Mantova nell’esilio dorato di Gorgonzola, 19 settembre 2021, a Zanica ormai rasenta l’incubo, perché dopo quel primo vagito interno nella culla dell’AlbinoLeffe non è mai arrivata una sorellina. Paradossale che le ambizioni di playoff di una compagine comunque attrezzata per riprovarli per la terza annata di fila debbano continuare a inciampare sul terreno amico. Ma a dispetto del dominio netto non è stato possibile andare oltre il pareggino anche contro la Pergolettese, che alla prima perla di un interno-mezzala completo, fisico e tecnico come Issa Doumbia, sesta volta da titolare compresa la Coppa Italia, pescato nel tocco sotto al minuto tredici dal recupero alto di Martignago, ha saputo rispondere nell’unica occasione buona da palla inattiva, corner di Arini spondato da Scardina ed esterno al volo di Valerio Nava, bergamasco di Isso di formazione atalantina.
Bluceleste ancora incapace di violare casa propria, 9 punti sui 32 totali di una stagione sulle montagne russe legate alla verve di Manconi, capocannoniere da sporca dozzina raggiunta nel ritorno ai bottini pieni nell’infrasettimanale a Meda col quotato Renate, dopo undici giornate di digiuno che in carniere hanno portato sette risultati nulli col rischio di piombare in zona pericolo. Nell’AlbinoLeffe Stadium nuovo di trinca all’interno del Campus di Zanica, prima della ventottesima, l’esordio da 1-1 con la Pro Patria al solstizio d’inverno e identico score il 12 febbraio con la Triestina nella rinascita del portierino Andrea Pagno, infortunatosi alla spalla (contro il palo) in occasione del rigore da ko di Varas all’andata coi Cannibali al “Voltini” (17 ottobre), e ko in rimonta subìto dalla Giana in mezzo al guado.
Si diceva della Manconi-dipendenza, che non si limita al 12 su 29 in quota gol. Per graffiare le Pantere nel 3-5-2 atipico col baby ivoriano semovente, infatti, ecco i suoi artigli, due su due a Meda, angolo da sinistra per il ping-pong apripista Ravasio-Gelli-Saltarelli e radente dalle retrovie per la volatona di Gusu abbattuto in area per il rigore puntualmente trasformato da bomber implacabile. Aggettivo rimastogli in canna coi cremaschi, nonostante ormai Marcolini lo incarichi di tiri della bandierina e di schemi da punizione e gli metta dietro una trequarti a due a disposizione, Martignago-Gelli nella circostanza, anche perché dovendo comunque svariare qua e là dettando i ritmi alle offensive perde lucidità sottoporta: inizia la ripresa e si vede, filtrante di Doumbia, 2003 di enorme potenziale svezzato dalla Primavera 3 di Beppe Biava e consacratosi nel botta e risposta domenicale ma ottimo anche il mercoledì, un controllo di troppo e Ferrara gli nega il nuovo vantaggio a corpo morto. Si può fare di più, ma devono anche pungere di più i compagni di reparto, impalpabili tra un Cori ormai panchinato a vita, Galeandro e Ravasio. La doppietta mercoledì-domenica con Fiorenzuola, recupero della terza di ritorno ancora nel centro sportivo di proprietà, e dalla Juventus Uinder 23, o sarà da almeno 4 punti o potrebbero essere guai.
Marcolini, allenatore AlbinoLeffe, dopo il pari interno con la Pergolettese (credits: ufficio stampa AlbinoLeffe)