Che giocare la Champions, l’Europa o la Conference League sia diverso in termini economici e di prestigio è chiaro a tutti. Nelle pieghe delle tre coppe europee, tuttavia, ci sono una serie di dettagli più o meno evidenti che raccontano storie diverse, approcci completamente opposti e strategie (di mercato e non solo) che spaziano veramente in un perimetro estremamente vasto. I cui contorni sono difficili da dipingere. Al netto dei punti che serviranno, ecco le differenze che si possono evidenziare per una Dea che ha ancora tutte le opzioni a disposizione.
Giocare la Champions sarebbe qualcosa di clamoroso, per riuscirci servono incroci importanti con le sfide dell’Inter (scontro diretto sabato e poi trasferta a Torino per i meneghini) e del Milan (Juventus in trasferta e Verona a Milano). È dura, certo, ma questo traguardo porterebbe soldi (almeno 50 milioni), la conferma praticamente scontata di Gasperini e un mercato da affrontare con un piglio completamente diverso sia per i giocatori che già sono a Bergamo che per quelli da andare ad acquistare. Koopmeiners docet.
Agguantare l’Europa o la Conference League, cambia il volte del mercato che si potrebbe fare almeno sul piano delle motivazioni da offrire a chi viene (il fascino della Champions League è indubbio) ma anche a chi è già a Bergamo. Sul piano degli investimenti, la società ha già dimostrato nel 2022 che la volontà di spendere per fare grande la Dea c’è (oltre 100 milioni messi sul piatto) e si racconta di come i soci americani e la famiglia Percassi abbiano in programma di continuare con questo programma e provare ad inserire altri elementi giovani ma di valore. Giocare in Europa o Conference League, anche per ragazzi di proprietà come i vari Ruggeri, Okoli, Soppy e Cambiaghi (solo per fare esempi di elementi top come Hojlund e Lookman), significherebbe potersi misurare in un contesto molto importante che a livello europeo forma da anni giocatori di livello. La Conference League, in ultima analisi, è una competizione che ha dimostrato come un buon gruppo (la Fiorentina è in finale ma l’ha vinta prima una Roma tutt’altro che stellare) può arrivare in fondo e provare a fare qualcosa che, per l’Atalanta, sarebbe storico.
La gara di ritorno dei quarti di Europa League, disputata il 14 aprile 2022 al Gewiss Stadium con il Lipsia, ultima partita ufficiale a livello continentale dell’Atalanta (Ph: A. Mariani)