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Outdoor 23 Marzo 2025di Marco Enzo Venturini

A Shangai dominio McLaren e Ferrari squalificata

La metafora è sin troppo chiara: dopo che il sole del sabato aveva fatto risplendere la Ferrari, le nuvole della domenica coincidono con un brusco ritorno alla realtà. Esito ulteriormente aggravato peraltro dalla doppia squalifica comminata alle Rosse quando ormai i giochi sembravano ampiamente chiusi, in un quadro di per sé già tutt’altro che sfavillante. Il Gran Premio di Cina si tinge come previsto di arancione, con la doppietta McLaren e la vittoria di Oscar Piastri davanti a un Lando Norris pure condizionato da pesanti problemi ai freni. Sul podio ancora una volta la Mercedes di George Russell, mentre la prima monoposto del Cavallino sembra doversi accontentare del quinto posto dopo il sorpasso a fine gara di Max Verstappen su Charles Leclerc. Sesto Lewis Hamilton, causa una strategia di gara aggressiva che però a conti fatti non paga. Poi il colpo di scena: squalifica per entrambi, e la domenica si conclude con l’amarissimo bottino di 0 punti in cascina.

Leclerc, come detto, quinto al traguardo, paga un costo salatissimo a causa di un solo kg. La sua Ferrari risulta infatti pesare 799 kg ai controlli tecnici di fine gara, ma il minimo concesso dalla Formula 1 è di 800. Hamilton fa invece i conti addirittura con alcune frazioni di millimetro: sono quelli dello skid, il pattino inferiore della sua SF-25 che da regolamento deve arrivare ad almeno 9 mm. Ma, al termine della gara di Shanghai, è risultato di 8.5/8.6. Quanto basta per sparire dalla classifica del Gran Premio di Cina.

Già in pista, peraltro, il quadro appare ben più fosco rispetto agli ottimi segnali della Sprint Race vinta autorevolmente da Hamilton. Oltre al cambio di meteo, è un’altra la variabile cambiata dal sabato alla domenica e che determina il passo indietro della Ferrari. E in realtà sembra più che altro essere un passo avanti di tutti gli altri: il folle degrado delle gomme che aveva caratterizzato la Sprint Race quasi scompare nel Gran Premio «lungo» di Shanghai. Si era però trattato del jolly che aveva permesso a Hamilton di ottenere la sua straordinaria, prima vittoria in Ferrari (unita a un’ottima qualifica, in quel caso). In attesa di grattacapi di quel genere, ecco che gli equilibri tornano ad essere quelli della vigilia.

Così al via Russell tenta addirittura di prendersi la testa della gara a discapito del poleman Piastri, con il solo risultato di ritrovarsi terzo al termine delle difficilissime, prime tre curve concentriche dell’insidioso tracciato di Shanghai. Lo stesso complex regala le prime scintille interne del nuovo duo Ferrari, con Leclerc che tampona Hamilton: correrà l’intera gara senza un’appendice aerodinamica sul suo alettone anteriore. E, chissà, forse anche qui perderà il fatidico chilo poi fatale a fine giornata. Ad ogni modo l’aerodinamica ne risulta inevitabilmente compromessa, ma il paradosso è che in rettilineo il monegasco guadagna velocità. Così il muretto box ordina il cambio di posizione tra le due rosse.

Il resto della gara si consuma nell’attesa di un crollo delle gomme, che non arriverà realmente mai. Intanto Leclerc sogna il podio, mettendo pressione a Russell che al pari di tutti gli altri riesce a gestire gli pneumatici e resiste al ritorno della SF-25. Anche peggiori le conseguenze pagate da Hamilton, unico dei big a optare per la doppia sosta quando sembrava una valida strategia alternativa: il risultato è un sesto posto estremamente deludente, se si pensa al successo nella Sprint Race del giorno prima. E aver conquistato il giro veloce in gara certamente non basta a restituire nemmeno il più timido dei sorrisi.

La classifica, infatti, dice che la Ferrari è tristemente quinta, raggiunta intanto dalla Williams e addirittura doppiata dalla Red Bull che pure al momento è come se andasse in pista con il solo Verstappen. E in quello piloti Hamilton e Leclerc sono nono e decimo: un disastro, considerando il loro blasone ma anche l’effettivo valore di una SF-25 tutt’altro che da buttare via.

Lo dimostrano le parole di Charles Leclerc, a caldo dopo la gara e prima della doccia ghiacciata della squalifica: «Ho perso 30 punti di carico aerodinamico, davvero tanti. Senza quel contatto al via penso che in tutta onestà la vittoria fosse alla portata. Perché il passo gara era davvero buono. Peccato, ma non è colpa di nessuno. Lewis aveva il diritto di fare quella traiettoria, e io ero nell’angolo morto dello specchietto». Testa alta anche per Hamilton: «So che è stata dura, ma non arrendiamoci. Possiamo migliorare tanto, ne sono certo», il suo messaggio via radio alla squadra a fine gara. Era ancora ignaro di quanto sarebbe avvenuto qualche ora dopo. Ma se i piloti sembrano credere in maniera così ferma sulla loro Ferrari, la tempesta non può che passare. L’auspicio è che possa avvenire già nel prossimo appuntamento iridato, in Giappone.

In Cina terzo successo in F1 per Oscar Piastri, il primo della stagione 2025 per il pilota McLaren, che ha ottenuto anche la prima pole position della carriera (photocredits: McLaren)