Se ne va una icona del tennis e dello sport in generale. Nicola Pietrangeli, 92 anni, non è stato soltanto un campione – come scrive Angelo Binaghi, presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel – ma è stato il primo a insegnarci cosa volesse dire vincere davvero, dentro e fuori dal campo. Si può dire che il tennis italiano sia partito da Nicola Pietrangeli, quello che vinceva al Ronald Garros di Parigi e agli Internazionali di Roma. Tra il 1957 e il 1964 ha dominato la scena, arrivando ad essere il numero 3 al mondo in una classifica di merito diversa da quella attuale, ma decisamente indicativa dei valori espressi sul campo. Resta il giocatore che in carriera ha disputato più incontri di Coppa Davis (164), accarezzando il sogno di vincere la mitica insalatiera nel 1960 e nel 1961 quando a vincere in finale fu l’Australia, per poi conquistarla da capitano non giocatore nel 1976 in Cile, con Panatta, Bertolucci, Barazzutti e Zugarelli. Il presidente della FITP, Angelo Binaghi, nel suo ricordo di Nicola Pietrangeli regala e ci regala l’immagine di un bambino (lui stesso) che fa il raccattapalle in una sfida di Coppa Davis a Cagliari, avendo davanti il grande campione. “Era il tennis, nel senso più profondo del termine. Gli devo molto, come uomo e come presidente – scrive Binaghi – Non solo per quello che ha fatto per la Federazione e per tutti noi, ma per come lo ha fatto: con stile, con coraggio, con quella sua irriverenza che era il segno dei veri fuoriclasse. Oggi ci piace pensare che abbia raggiunto in cielo Lea Pericoli, e che insieme stiano già giocando uno straordinario doppio misto, divertendosi come solo loro sapevano fare. Due persone che hanno scritto la nostra storia e che continueranno a ispirarci, ogni giorno, dentro e fuori dal campo”.
L’abbraccio tra Nicola Pietrangeli e Angelo Binaghi agli Internazionali di tennis a Roma (credits: FITP)
