C’è una Celeste senza garra charrùa, nel mappamondo del calcio alla periferia dell’impero, ma soltanto con l’orizzonte nero davanti. Al gong è salvezza e stop. Anche perché Jacopo Manconi s’è fermato alla quindicina in campionato, senza ripetersi in asse con Ntube e Giorgione essendogli stata staccata dall’incrocio la palla del possibile nuovo vantaggio col Trento, ai playout dopo il bottino corsaro, al 21′ della ripresa, a tiro del piattone basso dallo stesso risultato aperto a Nichetti proprio dal protagonista fin troppo in solitario di un’annata che sembrava promettere molto di più. Il bello è che fino al novantesimo l’obiettivo di prolungare il cammino almeno per un po’ era comunque centrato, prima delle distrazioni fatali nel recupero, vissuto sulle gambe e col fiatone.
Il barrage per andare ai playoff s’è arrestato all’ultima stazione tra una beffa e l’altra. Perché la Pergolettese, nella peggiore combinazione di risultati, ha scavalcato al decimo posto proprio i bergamaschi a quota 46 e, del gruppetto a 45, l’undicesimo, l’ultimo buono per acciuffare la post season, è finito alla Pro Patria grazie al punto in più (7) conquistato proprio in casa dei Marcolini-boys al vernissage del nuovo impianto di proprietà al solstizio d’inverno con la Virtus Verona, due paia d’occhiali negli scontri diretti e poi il buio.
Esito comunque al riparo da recriminazioni, quando si vince tra le mura amiche soltanto due volte, di cui una soltanto all’AlbinoLeffe Stadium il 20 marzo col Lecco e la precedente nell’esilio di Gorgonzola contro il Mantova il 19 settembre dell’anno scorso. Infilato in rimonta dal triplettista Bocalon, implacabile dal dischetto per pareggiare a dieci dall’intervallo punendo il contrasto tra Riva e Galazzini poco oltre il limite in scia a una diagonale corta del capitano di casa su Pasquato, l’undici del tecnico di Bergeggi ha confermato gli abituali limiti di tenuta, ovvero poco fondo, pur senza trincerarsi come altre volte. Avanti al ventesimo grazie al triangolo lungo con inserimento in area del superbomber, bravo a fiondarsi al culmine di un recupero alto con Tomaselli a ridargli l’attrezzo, i seriani prima della deviazione sottoporta al 91′ sul tracciante di Chinellato e quindi al 93′ per colpa di un liscio di Ntube erano stati salvati da Pagno, un felino nel calare la saracinesca su Pasquato e sull’altra punta decisiva nel finale. Rimpianti a una primavera di distanza dalle semifinali dei sogni perse con l’Alessandria? Nessuno. A conti fatti, aver reso il triplo extra moenia (30 a 15) s’è pagato.
L’entusiasmo di Manconi dopo l’1-0, gol vanificato dalla tripletta di Bocalon (credits: ufficio stampa Albinoleffe)