Alice D’Amato, medaglia d’oro nella finale olimpica alla trave, scrive una pagina leggendaria nella storia della ginnastica artistica italiana, completata dal terzo posto di Manila Esposito. Tra le due azzurre la cinese Zhou. Solo quinta Simone Biles, che ha compromesso la sua prestazione con una caduta. Mai prima d’ora una ginnasta italiana si era aggiudicata l’oro in un concorso individuale. Non solo fata d’argento, ma stella luminosa nel firmamento della disciplina, Alice D’Amato ha eseguito un esercizio impeccabile, che le è valso un autorevole 14.366. Un punteggio da medaglia. Per conoscerne il colore e sapere se anche Manila Esposito sarebbe salita sul podio, si è dovuto attendere l’esito dell’esercizio di Simone Biles e della brasiliana Rebeca Andrade. Forte di di tre medaglie d’oro già al collo, Biles ha pagato a caro prezzo una indecisione, perdendo l’equilibrio e scegliendo di scendere in sicurezza dalla trave. Ripreso l’esercizio, ha concluso da par suo, poi l’attesa lunga e snervante del verdetto della giuria, che le ha assegnato un 13.100. Quantunque brava, Andrade è rimasta sotto quota 14, finendo ai piedi del podio. Vedere Alice D’Amato eseguire un esercizio ai limiti della perfezione ha ripagato tutto il movimento della ginnastica femminile, che fa perno sulla Brixia e sul ct Enrico Casella. Perché il terzo posto di Manila Esposito conferma che l’Olimpo è stato scalato da un gruppo di ginnaste affiatate, fate che hanno affinato il loro spessore tecnico e soprattutto imparato a gestire le emozioni.
Il podio olimpico della trave con Alice D’amato, Manila Esposito e la cinese Zhou (credits: Federginnastica)