Due rondini non basteranno magari a dare un segnale incontrovertibile che la primavera sia iniziata, ma indubbiamente la prima giornata di gara della Superbike nel weekend che chiuderà marzo ha contribuito a far drizzare ben più di qualche antenna. E non soltanto per la prima vittoria stagionale della BMW, dopo il dominio assoluto del duo Ducati-Nicolò Bulega nel weekend di Phillip Island. A Portimão sia Gara 1 che la Superpole hanno dimostrato al campionato non solamente che la Yamaha è ancora viva, ma che ha potenzialmente trovato in Andrea Locatelli il suo uomo di punta.
Il 28enne di Selvino aveva già dato prova della sua classe, della sua combattività e della sua costanza in Australia, raccogliendo punti in ognuno degli appuntamenti iridati della tappa d’esordio del campionato (due settimi posti nelle due gare, sesto nella Superpole). Un mini filotto che gli aveva permesso di issarsi al sesto posto in classifica, primo pilota in assoluto tra coloro che non dispongono di una Ducati. Intanto però gli equilibri sembrano pronti a cambiare, e Locatelli è tra coloro che possono certamente contribuire a mischiare un po’ le carte di una SBK che già rischiava di dare l’impressione di un mondiale a tinta unica.
Il sabato di Portimão ha certamente presentato un grande mattatore in Toprak Razgatlioglu, che dopo un’ottima qualifica si è dovuto conquistare la vittoria sull’indomito Bulega battendolo al fotofinish per appena 67 millesimi di secondo. A completare il podio però riecco Locatelli, di nuovo in Top 3 dopo esserci già riuscito a Jerez nell’appuntamento che chiuse la passata stagione. Stavolta però con la sensazione di non aver centrato un exploit isolato dopo mesi in sordina, ma di poter aprire un nuovo trend per sé stesso e soprattutto per la sua Yamaha.
Del resto è arrivato per lui anche il quarto posto in Superpole, ulteriore riprova del fatto che la Ducati non corre da sola in Superbike. E che, oltre alla BMW, deve certamente guardare anche verso il Giappone (e Selvino) per trovare chi ne ostacolerà la corsa verso il titolo. Tanto più che la fiducia è in netta crescita e la concentrazione è ai massimi termini: basti vedere l’andamento di Gara 1, con Locatelli in grado di tenersi lontano dai guai (che per esempio hanno caratterizzato la giornata di Scott Redding e soprattutto Alvaro Bautista) ma anche di prevalere su un rivale sempre pericoloso come Danilo Petrucci. Che, tra l’altro, è tra coloro che scendono in pista in sella a una Ducati.
La Yamaha insomma sta ripartendo, e tutti gli indizi suggeriscono che lo stia facendo stringendosi intorno al rinato Andrea Locatelli. L’uomo a cui è affidata una missione per ora mancata da un compagno pluridecorato come Jonathan Rea (6 volte campione mondiale Superbike nel 2015, 2016, 2017, 2018, 2019 e 2020): restituire alla casa di Iwata lo smalto perduto. E, perché no, in prospettiva farle sognare quel titolo che fu conquistato per l’ultima volta in un 2021 contemporaneamente ancora vicino e lontanissimo. Contro questa Ducati sarà dura, ma se non altro ora non sembra più impossibile.
Andrea Locatelli festeggiato dal suo team dopo il podio in Gara1 a Portimao (credits: WorldSBK)
