Atalanta-Cremonese, lunch match della sesta giornata di campionato, evoca un calcio epico e sentimentale. Due cuori fusi in quello di Emiliano Mondonico, il quale nella città del Torrazzo ha iniziato e chiuso la sua carriera di calciatore alla fine degli anni ’70 con la parentesi di una stagione (1971-72) con la maglia dell’Atalanta. Stessa cosa da allenatore, con un triennio delle giovanili della Cremonese e un quadriennio sulla panchina della prima squadra. All’Atalanta il Mondo è arrivato nel 1987, dopo un passaggio veloce sulla sponda del lago di Como, per centrare la promozione dalla B alla A e scrivere una delle più belle pagine di sempre, con la storica semifinale di Coppa delle Coppe con il Malines. Tre anni di gloria a Bergamo, poi l’epopea con il Torino e il doppio confronto di finale di Coppa Uefa persa con l’Ajax solo per la regola del gol in trasferta e con il gesto della sedia in aria a simboleggiare il torto arbitrale subito dai granata. I successivi quattro anni a Bergamo, dal ’94 al ’98, andarono dalla promozione alla retrocessione. Ci riprovò poi sulla panchina della Cremonese, ma con meno fortuna. A conti fatti, Emiliano Mondonico ha trascorso un quarto di secolo tra Cremonese e Atalanta. A lui l’omaggio dovuto per avere saputo interpretare il calcio di provincia non come surrogato ma mettendo in campo qualità e passione.
Domenica 11 settembre, al Gewiss Stadium, Atalanta e Cremonese tornano a confrontarsi in serie A. L’ultima volta 26 anni fa quando finì in pareggio (1-1) con gol bergamasco dell’indimenticato Chicco Pisani, cui è dedicata la curva nord. Ma ricorrono anche trent’anni da un altro 1-1, fissato nel finale di partita dal gol grigiorosso del portiere Rampulla, che insaccò il pallone di testa su calcio d’angolo.
(photocredits: us cremonese)