Ritorno al passato per l’Atalanta e per Gasperini, ritorno al passato (non lontanissimo) dei tre cambi introdotti negli anni ‘novanta e mantenuti fino al 2020, prima dello stop per la pandemia con il successivo ampliamento a cinque sostituzioni. È una battuta per sdrammatizzare e fotografare la settimana particolare, e complicata, che la Dea sta vivendo a causa di una serie di infortunati, cui va aggiunta la squalifica di Joakim Maehle, ad azzerare la panchina. Al momento Gasperini, in vista della trasferta di sabato all’Arechi di Salerno, oltre ai portieri, avrebbe come alternative solo Okoli e Demiral per la difesa, un centrocampista e un attaccante. Di fatto tre cambi su cinque possibili.
L’infortunio occorso a Palomino si è rivelato un infortunio muscolo/tendineo di terzo grado con riscontrata rottura del tendine distale del muscolo semitendinoso destro. Diagnosi complessa, la sostanza è che il 33enne difensore tucumano starà fuori diverse settimane, con remote speranze di recuperare per l’ultima casalinga contro il Monza. La distorsione alla caviglia subita da Jeremie Boga per l’intervento falloso di Rabiot sarà valutata nella giornata di mercoledì 10 maggio, ma a questo punto l’ivoriano a Salerno non dovrebbe esserci. Ademola Lookman continua a svolgere lavoro individuale, a 25 giorni dall’infortunio muscolare al bicipite femorale subito prima della gara casalinga contro il Bologna. Forse può recuperare per Salerno, ma di fatto l’anglo nigeriano è fermo da quattro settimane. E Rasmus Hojlund, su cui c’è un cauto ottimismo, anche oggi ha svolto un lavoro individuale. Considerando le assenze di Hateboer, Ruggeri e Vorlicky, e la squalifica di Maehle, la panchina nerazzurra è ridotta all’osso. E Gasperini dovrà comunque attingere ancora dal settore giovanile per avere 16-17 giocatori di movimento da convocare.
Josè Palomino rischia di avere concluso anzitempo la sua stagione (Ph: A. Mariani)