Nella zona orientale di Bergamo, sul grande murales realizzato sulla facciata di quello che fu edificio doganale, campeggiano i volti di tre grandi campioni di calcio e del loro allenatore. Tutti hanno contribuito a scrivere la storia dell’Atalanta, solo uno si è fregiato del prestigioso titolo dell’Europa League, traguardo raggiunto insieme ad altri giocatori, diversi da quelli ritratti. Un ciclo straordinario, all’inizio del quale l’Atalanta, tornata a qualificarsi nelle coppe europee, si è regalata lo stadio di proprietà. Nel 2017 sono maturate le condizioni per fare camminare in parallelo la crescita dei risultati e quella societaria, fino a rappresentare un modello di riferimento, richiamato dai vertici federali e nel contesto continentale. Una storia fatta di calcio brillante, dettata da una visione di gioco che ha fatto la differenza, e di emozioni profonde, dalle lacrime di Antonio Percassi di fronte al muro di passione dei tifosi atalantini a Dortmund, la prima grande trasferta di massa, e quelle della gioia infinita nella notte di Dublino, che è diventata orgoglio per il calcio italiano tornato a vincere in Europa. Se a fine maggio del 2024 Bergamo celebrava in una festa incontenibile la vittoria più bella, un anno dopo è giunta notizia da Roma di un ciclo che si chiude sulla panchina nerazzurra. Conquistata la quinta qualificazione alla Champions League in nove anni, tutto lasciava presagire che il lungo e proficuo matrimonio tecnico continuasse. Nessuno era arrivato a pensare che i saluti in chiusura di stagione al Gewiss Stadium si trasformassero in quelli finali, lasciando la panchina vacante. Non c’è stato commiato con il pubblico, ma solo la fine di un rapporto da parte di chi ha scelto di legarsi a un progetto diverso, mentre i tifosi più irriducibili si sono spesi negli appelli alla “restanza”, inconsapevoli che da parte dell’interessato (al quale va riconosciuto il merito degli eccellenti risultati da allenatore) la decisione fosse stata già presa. Resta l’Atalanta e soprattutto il suo modello, che troverà un altro interprete incaricato di guidare un gruppo di giocatori che, pure con le inevitabili varianti, sarà chiamato a ripartire con entusiasmo, brillantezza e gli equilibri tecnici e tattici necessari per affrontare le nuove, grandi e importanti sfide da agosto in avanti.
Il Gewiss Stadium, diventato nel 2017 di proprietà dell’Atalanta, che lo ha trasformato e modernizzato facendone un gioiello (credits: Pernice Editori)