La rivoluzione di cui Roberto Mancini è capace, paga. Paga perché ci crede. Il ct ha fatto scelte coraggiose per irrorare nella squadra da schierare qualità tecniche, mentali e tanta umiltà. Con la sola conferma di Donnarumma tra i pali, l’inedito 11 azzurro ha sfiorato il successo a Bologna con la Germania che era in campo con i giocatori migliori. E’ finita 1-1, con il gol del vantaggio firmato da Pellegrini ma soprattutto propiziato da Gnonto, uno dei sei (!) esordienti di serata. Peccato essersi lasciati sorprendere dai tedeschi e avere subito il pareggio dopo una manciata di minuti. Ciò che conta per l’Italia è l’essere riuscita a riscattare la prova deludente di Wembley con la dura sconfitta subìta dall’Argentina. Gli azzurri hanno affrontato la Germania in modo attento e diligente, evitando di farsi schiacciare e prendendo le misure pressando alto. Bene in attacco Scamacca, che ha colpito un palo nel primo tempo, così come Politano e Pellegrini nel tridente offensivo. Buono l’esordio di Frattesi, schierato con Tonali e Cristante a centrocampo. E buono il comportamento della difesa senza i veterani. Così come decisivo si è rivelato Donnarumma. E quando è toccato a Gnonto entrare al posto dell’infortunato Politano, si è capito che Mancini ci vede giusto e le idee chiare e offre giustamente fiducia ai talenti emergenti. Sono giovani quelli selezionati dal ct, ma di carattere. In questa occasione gli atalantini Scalvini e Pessina hanno visto la partita dalla tribuna. A consuntivo, un pari con la Germania, in avvio del girone di Nations League, è da considerarsi positivo per come è maturato. Intanto l’Inghilterra ha ceduto all’Ungheria.
La formazione schierata da Mancini con la Germania nella prima gara di Nations League (credits: Figc)