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Outdoor 30 Dicembre 2025di Marco Enzo Venturini

Bergamaschi alla Dakar 2026, una tradizione che si rinnova

Come da tradizione, il nuovo anno si aprirà per gli appassionati di motori con un appuntamento imperdibile: il rally Dakar, che ormai da anni non copre più la distanza tra Parigi e la capitale del Senegal mantenendo comunque il suo carattere itinerante. Anche per il 2026 (si parte il 3 gennaio, si conclude il 16) il percorso attraverserà le strade sterrate e desertiche dell’Arabia Saudita. E, ulteriore tradizione ampiamente consolidata e ancora una volta confermata, di grande rilievo sarà il contingente bergamasco ad unirsi alla carovana. Termine più che mai appropriato, considerando non solo le location ma anche le caratteristiche della competizione, tanto celebre quanto massacrante.

La Dakar, giunta alla sua quarantottesima edizione, è infatti universalmente nota come il rally raid più duro del Pianeta, oltre che certamente il più famoso. Ma che cos’è un rally raid? Per chi non masticasse agevolmente le regole delle gare motoristiche su percorsi sterrati, trattasi di una corsa che non rientra nel calendario del campionato del mondo, ma che copre diverse giornate e prevede prove speciali di durata molto superiore al consueto: spesso molte ore. Caratteristica che accomuna questi eventi, che qualcuno preferisce chiamare rally marathon, è il fatto di disputarsi quasi sempre nel mezzo del deserto, componente che rende ancora più decisiva la figura del navigatore. Infine non bisogna dimenticarsi la presenza contemporanea di ben quattro classifiche: oltre a quella per le auto e le moto, ci sono anche quella dei quad e perfino quella dei camion. E proprio quest’ultima categoria salutò un trionfo orobico nel 1986, grazie a Giacomo Vismara e Giulio Minelli.

Sulle loro tracce diversi conterranei si daranno appuntamento alla Dakar 2026, a partire da Claudio Bellina, Bruno Gotti e il giovane navigatore piemontese Marco Arnoletti. I tre saranno a loro volta a bordo di un camion, il potentissimo Iveco numero 610 brandizzato Italtrans. E sì: si tratta della stessa Italtrans che a novembre ha festeggiato la conquista del titolo di campione del mondo di Moto2 da parte di Diogo Moreira. La squadra corse di Trescore Balneario, che prende il nome dall’omonima compagnia di trasporti, è stata fondata personalmente dal 63enne Bellina che in ambito off road si è sempre esposto in prima persona. E non come un semplice proprietario, attivo dietro alla scrivania o al massimo operativo ai box: al volante ci sarà proprio lui, mentre Gotti (che è di Almè e di anni ne ha 64) sarà il suo copilota. Un equipaggio che ha già dimostrato il proprio valore nella gara, con il settimo posto conquistato nel 2024. L’anno scorso, invece, un amaro ritiro dopo il ribaltamento del cambio e un successivo malessere dello stesso Bellina.

Dati che aiutano a intuire quanto temerari, spericolati, per certi versi lucidamente folli debbano essere i partecipanti alla maratona tra le dune saudite. Ma non come i prossimi: la Dakar 2026 copre complessivamente ben 7.994 km con un solo giorno di riposo, il 10 gennaio. Questo significa che nel lasso di tempo compreso tra il 3 e il 16 si corre, e quando ci si ferma è necessario organizzarsi. Anche per la notte: lungo il percorso sono previsti bivacchi, dove poter dormire anche all’interno dei camion. Soluzione che l’Iveco Evo 3 del Team Italtrans prevede, grazie alle sue 9,2 tonnellate di peso e i 6,2 metri di lunghezza, necessari a stare comodi ma soprattutto a tirare fuori il massimo dai 1.050 cavalli del motore da 13 litri. Ci sono poi gli oltre 3000 km di semplice trasferimento, non a carico dell’organizzazione ma degli equipaggi: per i bergamaschi se ne occuperà Bruno Gotti. E giusto per abituarsi ai ritmi massacranti che la corsa richiederà, ecco la prima tabella di marcia: partenza da Malpensa nella serata di martedì 30 dicembre, arrivo a Doha alle 6 del mattino del giorno dopo, poi subito a Yanbu in Arabia Saudita dove si inizierà a fare sul serio.

Ma il contingente bergamasco alla Dakar 2026 non si limita a Bellina e soci (che arriveranno nell’occasione alla partecipazione numero 18). Per le due ruote sarà in gara il team Honda RsMoto, gestito da Simone Agazzi. Anche il manager di Redona è tranquillamente definibile un veterano, grazie alla sua esperienza ormai decennale. In sella salirà il piemontese Cesare Zacchetti, per l’ottava volta in carriera al rally raid più atteso dell’anno. A sua volta non lontano dalle sessanta candeline, prima di Natale aveva ammesso di aver temuto di non poterci essere quest’anno. E invece rieccolo, con l’entusiasmo di un ragazzino: «Pensavo proprio che avrei dovuto saltare questa edizione. E invece in un solo giorno è arrivata una soluzione, e sono di nuovo su questa incredibile giostra. Questo è proprio un grande giro di ragazzi eccezionali». Magia del rally…

Claudio Bellina, Bruno Gotti e Marco Arnoletti davanti all’Iveco Evo3 del team Italtrans (photocredits: Italtrans Racing Team)